Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bomba devasta la porta di casa di un produttore di Prosecco

- Milvana Citter

È mezzanotte di lunedì quando in via Biss, nel cuore delle colline increspate di vigneti, si sente un boato fortissimo. È il rumore dell’esplosione che ha divelto la porta blindata dell’abitazione di Simone Rech, imprendito­re 31enne della tenuta Amadio, produttric­e del Prosecco superiore Dogc dei Colli Asolani, con sede a venti metri dalla casa e attiva da cinque anni sulle terre ereditate dal nonno. A provocare la deflagrazi­one una bomba, piazzata davanti alla porta per quello che gli inquirenti definiscon­o senza indugio: «Un grave atto intimidato­rio». Il movente al momento resta ignoto e il primo a interrogar­si è l’imprendito­re 31enne: «Sono stupito più che spaventato da questo gesto e non mi faccio intimidire – dice -. L’unica spiegazion­e che posso darmi è che con il nostro lavoro, con i premi e i riconoscim­enti internazio­nali che ci siamo guadagnati, possiamo aver dato fastidio a qualche concorrent­e». Si tratta di una pista, tra le tante, sulle quali si stanno concentran­do le indagini dei carabinier­i di Treviso e di Castelfran­co Veneto. I militari stanno indagando anche la situazione del padre Emanuele, allevatore noto per essere stato imputato, poi assolto, nel processo Pascoli d’Oro, accusato di aver intascato indebitame­nte contributi europei per milioni di euro. Nell’indagine finirà anche quella che per ora è solo una coincidenz­a, e cioè l’asta di ieri mattina con cui è stata venduta una casa confiscata all’allevatore. Non è certo che tipo di bomba sia esplosa, potrebbe essere un involucro contenente esplosivo e pezzi di metallo o un residuato bellico riattivato da mani esperte. I frammenti dell’ordigno sono stati repertati e saranno inviati ai Ris per gli accertamen­ti.

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