Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Finanziamenti pubblici scomparsi Vertici di Confartigianato nei guai
Presidente, top manager e altre tre persone a processo. Svaniti 82 mila euro
Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, reato punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Da questa accusa si dovranno difendere in aula i vertici provinciali di Confartigianato ed altre tre persone per 82.000 euro di finanziamenti spariti non si sa dove.
Ieri mattina sono stati rinviati a giudizio in cinque: il presidente provinciale dell’associazione di categoria Marco Marcello, 48enne di Canda; il rodigino 54enne Antonello Sartori, amministratore unico di «Confartigianato servizi Srl»; il 53enne di Stienta ed ex sindaco del Comune Paolo Forti, amministratore unico di «Progetto impresa Srl»; il 58enne di Porto Tolle Gabriele Zinato, amministratore unico di «Evoluzione azienda Srl»; il 43enne di Adria Andrea Trombini, considerato dall’accusa l’amministratore occulto delle due succitate Srl che sono aziende strumentali dell’associazione imprenditoriale. Il processo inizierà l’8 febbraio 2018.
Le accuse ai cinque, in concorso, vanno dal 2012 al giugno 2014 e trattano di due distinte vicende. Nella prima i cinque avrebbero, in accordo con loro, aderito al progetto «Le mani d’oro-Artigianato day» destinato alle scuole elementari e medie, indetto e finanziato dalla Camera di commercio di Rovigo.
«Evoluzione azienda Srl» avrebbe quindi percepito un finanziamento di 40.000 euro e i cinque avrebbero presentato una dichiarazione dicendo di aver sostenuto spese mai avvenute come i premi ai vincitori del progetto e i pagamenti ai fornitori. Quarantamila euro di spese che non sono mai stati versati, secondo l’accusa.
Il secondo capo d’imputazione riguarda due corsi di formazione con fondi pubblici per lavoratori cassintegrati e per l’apprendistato professionale. In questo caso gli imputati avrebbero presentato un rendiconto agli enti pubblici sostenendo di aver pagato 42.000 euro ai docenti dei due corsi, soldi che per la Procura non sono mai stati versati ai professori.
A sollevare l’inchiesta coordinata dal pm Sabrina Duò — poi sfociata nel rinvio a giudizio di ieri — è stato proprio un docente, che si è presentato in Procura vuotando il sacco sui mancati pagamenti per il proprio lavoro ai corsi di formazione. Gli avvocati difensori si dicono «fiduciosi» di poter provare l’estraneità dei loro rispettivi assistiti.
Non è la prima volta in questi anni che i vertici di un’associazione di categoria polesana si trovano coinvolti in vicende giudiziarie analoghe. Nel dicembre 2013 è calato il sipario, per sopraggiunta prescrizione, su un processo per truffa aggravata ai danni della Camera di Commercio con imputati proprio Sartori e il suo predecessore Luciano Braga sempre a Confartigianato, assieme a un commerciante rodigino di computer. Il fascicolo a loro carico è nato nel 2005 e dopo quasi cinque anni di processo è finito tutto prescritto.
Nel gennaio 2014 si è concluso, sempre per intervenuta prescrizione, un altro processo su presunte truffe messe in piedi dall’ex Api (poi nel 2008 fusa in Unindustria assieme a Confindustria) e riguardanti sempre corsi di formazione. In quel caso per l’Api polesana era finito sul banco degli imputati anche l’ex vicepresidente Paolo Armenio.
Le accuse Non pagati premi a studenti vincitori di un concorso e compensi a docenti di corsi
Le difese Avvocati fiduciosi di provare l’innocenza dei loro cinque assistiti