Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La studentessa l’avrebbe perseguitato
L’amore segreto con il prof finisce di fronte ai giudici
Il questore di padova ha emesso un ammonimento orale nei confronti di una stu- dentessa dell’università di Padova che avrebbe perseguitato un professore della facoltà di Giurisprudenza con appostamenti e inondandolo di messaggi via telefonino e e-mail. Tra i due c’era stata una relazione sentimentale, poi interrotta. La ragazza ha presentato ricorso di fronte al Tar, chiedendo di annullare il provvedimento. Ieri i giudici hanno negato la sospensiva: almeno per ora resta in vigore.
PADOVA Lo pedinava, gli scriveva. Arrivava ad attenderlo per ore appostata nei corridoi dell’ateneo, fuori dal suo ufficio o dall’aula, sperando di incontrarlo. E poi le e-mail, gli sms sul telefonino, le frasi su Whatsapp. Centinaia di messaggi, che un professore dell’Università di Padova ha raccolto e consegnato al questore, chiedendo un provvedimento che mettesse fine ai comportamenti di quella studentessa che - a sentire lui l’avrebbe perseguitato tra gli antichi saloni del Bo.
Lei è una venticinquenne. Lui è molto più grande, sposato, docente della facoltà di Giurisprudenza. Tra i due era iniziata una relazione, durata per qualche tempo. Storia tormentata (mai negata dall’uomo) che però, una volta giunta al capolinea, si è trasformata in un incubo.
Stando a quanto sostiene il professore, dopo che il rapporto sentimentale si era interrotto, l’ex allieva avrebbe preso a tormentarlo con appostamenti e messaggi sempre più pressanti. Una condotta persecutoria, almeno a detta del docente.
Giorno dopo giorno la studentessa avrebbe ricoperto di «attenzioni» quell’uomo di cui, forse, era stata innamorata e sul quale ora riversava atteggiamenti ossessivi.
Negli ultimi tempi, su Facebook, la ragazza ha fatto diversi riferimenti «all’ultimo anno e mezzo che è stato devastante» alle ore trascorse a «fantasticare su possibili lieti fini». Ma si ripromette anche di dare un taglio al passato: «Basta con le seccature di fidanzate, mogli, amanti, gelose...». Basta. Anche perché adesso rischia grosso.
Il docente universitario, infatti, si è rivolto all’avvocato Flavia Cesari per presentare al questore di Padova una richiesta di ammonimento orale, allegando centinaia di messaggi ricevuti dalla venticinquenne. Il provvedimento (una sorta di diffida prevista dalla normativa sullo stalking che ha lo scopo di interrompere la commissione degli atti persecutori) è stato emesso a febbraio e probabilmente la vicenda si sarebbe chiusa così se la studentessa non avesse impugnato l’atto di fronte ai giudici del tribunale amministrativo regionale di Venezia.
L’obiettivo era di far annullare l’ammonimento, puntando il dito anche su presunti vizi procedurali. E per dimostrare di non essere una stalker, pare abbia a sua volta presentato i messaggi ricevuti dal professore, attraverso i quali sarebbe possibile dimostrare che tra loro c’era stata una relazione consensuale. La sua tesi è chiara: non lo ha mai perseguitato e quei presunti appostamenti in realtà non erano altro che incontri accidentali. Comunque - assicura - non ha mai avuto intenzione di intimidirlo in alcun modo, tantomeno di farlo vivere nell’angoscia.
L’udienza si è svolta mercoledì. Di fronte al Tar di Venezia si sono costituiti sia l’Avvocatura di Stato (per conto del ministero dell’Interno, e quindi del questore di Padova) che i legali del professore, che naturalmente ha insistito per una conferma del provvedimento.
Il primo round l’ha vinto lui. Ieri il tribunale amministrativo ha depositato l’ordinanza che rigetta la richiesta di sospensiva avanzata dalla studentessa: l’ammonimento, almeno per ora, resta in vigore. Il Tar dovrà entrare nel merito della vicenda, ma per conoscere l’esito definitivo del braccio di ferro legale occorrerà attendere. Nel frattempo, la giovane dovrà evitare di importunare il professore. E se dovesse intimorirlo ancora, attraverso messaggi o appostamenti sul luogo di lavoro, rischia di essere immediatamente denunciata per stalking.