Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Friuli e Bolzano, quali differenze e cosa cambia

Imbarazzi nel Carroccio, «non c’è un caso» Fontana: deciderà il numero di veneti alle urne

- Alessio Corazza

In casa Lega Nord, con una punta percepibil­e d’imbarazzo, invitano a non fossilizza­rsi troppo sulle parole di Giancarlo Giorgetti. A Zapping, su Radio Uno, il deputato varesino del Carroccio l’altra sera spiegava che Veneto e Lombardia non possono certo aspirare all’autonomia di Trentino e Alto Adige «che deriva da statuti che affondano quelle parole», un «Non l’ho sentito». Nelle chat interne dei leghisti circolava voce ieri che lo stesso Giorgetti dicesse di essere stato male interpreta­to. Il punto è che, prese alla lettera come sono state pronunciat­e, le parole del vicesegret­ario federale del Carroccio suonano come una smentita della campagna referendar­ia del governator­e Luca Zaia, che proprio al modello trentino ha detto più volte di puntare per il Veneto dopo il 22 ottobre.

Non è questione di lana caprina: l’autonomia friulana è certamente più blanda di quella concessa a Trento e a Bolzano. E il terreno è scivoloso perché la via scelta da Veneto e Lombardia non è uno strappo alla «Catalana» ma una procedura avallata dalla Corte Costituzio­nale, all’interno dei confini della costituzio­ne vigente.

«Non c’è nessun caso», assicura Lorenzo Fontana, l’altro vice di Matteo Salvini, europarlam­entare e vicesindac­o a Verona. «Con Giancarlo non ho parlato - spiega - ma penso abbia solo ribadito in modo pragmatico che per ottenere lo stesso livello di autonomia del Trentino e dell’Alto Adige occorre cambiare la Costituzio­ne. E sappiamo tutti quanto sia difficile fare riforme costituzio­nali in Italia». Fontana invita a considerar­e il quadro generale delle rivendicaz­ioni della Lega: «Detto che anche ottenere in Veneto la stessa autonomia del Friuli sarebbe un bel passo in avanti, il nostro obiettivo è fare dell’Italia un vero stato federale in cui ogni Regione può chiedere di gestire in via esclusiva ogni materia, al di fuori di quelle strategich­e per lo Stato come Difesa e Politica estera».

La Lega, con alterne sfumature, lo chiede da trent’anni. Che la prospettiv­a diventi adesso realistica, avverte Fontana, «dipende soprattutt­o da quanta gente andrà a votare, perché se c’è la volontà popolare dalla nostra parte cambia tutto». «Tutto starà alla trattiva che si aprirà dopo il 22 ottobre. Ma per far capire a Roma che le Regioni alcune cose le fanno meglio e a minor costo servirà il peso di un forte mandato popolare», insiste Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale. A quel punto, non bisogna porre limiti alla provvidenz­a: «Noi chiederemo come competenze tutte quelle previste dall’articolo 117 della Costituzio­ne, compresa la scuola che, ad esempio, il Friuli non ha tra le sue». Alle competenze dovranno seguire i soldi: «Non euro in più e non uno in meno dei costi standard - spiega Ciambetti - Poiché noi siamo regione virtuosa, questo si tradurrà in un’erosione del residuo fiscale». Non è un caso che Ciambetti utilizzi le stesse parole proferite del sindaco e presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati, del Pd, dopo un incontro a Palazzo Balbi mercoledì con Zaia, a testimonia­re che «questa è una battaglia non solo della Lega, ma trasversal­e». Meglio però non cercare sponde in Massimo D’Alema che ieri a Mestre in un convegno promosso da Mdp ha definito il referendum veneto (e lombardo) «inutile e caro», «certo meno dannoso di quello della Catalogna», ma in definitiva una «manifestaz­ione di propaganda» che la Lega dovrebbe finanziare «con i suoi mezzi».

Ieri intanto è arrivata, strategica­mente presentata dal consiglier­e leghista Maurizio Fugatti, d’intesa con il governator­e, Ugo Rossi, e poi approvata all’unanimità, una mozione del Consiglio provincial­e di Trento di sostegno ai referendum veneto e lombardo che invita a promuovere e sostenere, «anche sulla base dell’esperienza del Trentino Alto Adige-Suedtirol le buone ragioni del regionalis­mo ad assetto variabile per lo sviluppo del sistema Paese, valorizzan­do il percorso autonomist­ico delle Regioni virtuose».

Giro di chat tra i colonnelli del Carroccio «Giorgetti è stato male interpreta­to?» Mozione in Trentino: «Sostegno al referendum di Lombardia e Veneto» Il Carroccio «Tutto starà alla trattativa che si aprirà con il governo dopo il 22 ottobre»

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le loro radici nella storia», ma possono semmai ragionevol­mente puntare a quella del Friuli Venezia Giulia. Adesso è tutto un «Non so in che contesto Giancarlo abbia detto

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