Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Rifiuti, ancora guerra in vista
Oggi la riunione del Consiglio di Bacino per l’elezione dei nuovi vertici Bergamin si sfila, mediazione fallita: in campo solo la lista «Gruppo dei 35»
L’elezione dei vertici del neonato Consiglio di Bacino per i rifiuti, fissata per oggi alle 10 al museo dei Grandi fiumi, potrebbe sancire una nuova rottura tra il Comune capoluogio, guidato dal sindaco Massimo Bergamin e il «Gruppo dei 35» ossia l’aggregazione trasversale che ha raccolto nel percorso di nascita della nuova governance del settore la maggioranza tra i primi cittadini polesani. E proprio da quest’area è stata proposta la sola lista di sette nomi depositata che dovrebbe definire il Comitato istituzionale ossia il vertice dell’ente che programmerà e coordinerà il ciclo dei rifiuti, affidato in Polesine all’azienda pubblica locale «Ecoambiente», proprietà degli stessi 50 municipi del territorio.
Presidente in pectore e capolista è Gino Alessio, sindaco di Villadose, che sarà affiancato da Massimo Biancardi (sindaco di Castelnovo Bariano), Davide Diegoli (assessore a Occhiobello), Simone Ghirotto (sindaco di Pontecchio Polesine), Mirco Mancin (vicesindaco di Porto Tolle), Stefano Segantin (assessore a Badia Polesine), Maura Veronese (sindaco di Porto Viro).
Il Gruppo dei 35 rivendica di avere aperto al Comune di Rovigo nella costruzione del percorso ma, all’atto della chiusura delle liste, dopo una riunione-fiume lo scorso giovedì sera, il capoluogo si sarebbe sfilato in extremis, contestando il mancato inserimento di un rappresentante di Adria (l’ipotesi caldeggiata sarebbe stata quella del vicesindaco Federico Simoni, a lungo principale alleato di Bergamin nella partita-rifiuti) e sostenendo la necessità di un riequilibrio territoriale.
Più semplicemente, secondo altri osservatori, la retromarcia sarebbe coincisa con la necessità di un confronto più approfondito con gli alleati di Bergamin. Nel Gruppo dei 35 si rivendicano la presenza omogenea delle aree territoriali e i numeri sufficienti a sostenere il percorso anche senza il capoluogo al quale viene contestato di avere compiuto un passo indietro all’ultimo, nonostante la disponibilità iniziale. Difficile, dunque, si possa riaprire uno spiraglio per le diplomazie, guidate per il fronte di Rovigo dall’assessore alle Partecipate, Stefano Falconi che è pure segretario provinciale della Lega Nord.
Viceversa, se si profilasse a margine della riunione uno spiraglio, non pare escluso possa essere richiesto un rinvio, facendo leva sull’interpretazione secondo cui il numero dei componenti il Comitato istituzionale dovrebbe essere preventivamente fissato dall’assemblea, richiamandosi allo schema di convenzione della Regione, al quale si è fatto riferimento per la costituzione dell’organismo di programmazione e coordinamento.
Il punto del voto sul numero dei componenti, però, non è all’ordine del giorno e ciò potrebbe giustificare la riconvocazione per affrontare lo specifico aspetto e, successivamente, consentire un’ulteriore convocazione per eleggere il Comitato istituzionale. L’opzione non pare però di facile attuazione.