Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dopo gli insulti sessisti, pace tra maschi e femmine
Padova, il caso Selvatico e Bernardi
Si chiude il caso Bernardi -Selvatico. Dopo gli insulti sessisti degli studenti maschi del primo alle studentesse del secondo, scoppia la pace. «In corteo uniti».
PADOVA Primo antefatto: a settembre, il liceo artistico Selvatico di Padova chiude la sede centrale per motivi di sicurezza e sposta alcune classi a netta prevalenza femminile accanto al Bernardi, istituto professionale per l’industria e l’artigianato dove gli studenti sono quasi tutti maschi. Secondo antefatto: in ricreazione i maschi del Bernardi importunano le femmine del Selvatico, che in un volantino diffuso la scorsa settimana parlano di molestie come insulti sessisti, video e foto col telefonino, sputi e lanci di bottiglie. La denuncia viene a galla giovedì, proprio mentre gli studenti del Selvatico sfilano in città per chiedere la riapertura della loro sede. Tra loro infatti ci sono anche le ragazze molestate. E il problema della convivenza coi ragazzi del Bernardi prende fatalmente il sopravvento.
La guerra studentesca tra i rudi maschi di una scuola che prepara al lavoro in fabbrica e le femmine bohemien di un liceo dove tutto è misura e armonia si è conclusa ieri con la riappacificazione tra le due «fazioni», ma in mezzo c’è molto altro da raccontare. «Si tratta di poche ragazze che hanno subito qualche dispetto e hanno ingigantito tutto, noi vogliamo solo tornare nella nostra sede e non volevamo suscitare tutto questo clamore», dice una studentessa dell’artistico, che poco dopo si allontana per chiedere al sindacato rivale di togliere uno striscione con la scritta «Selvatico bene comune». Al Bernardi invece la notizia ha lasciato il segno: «Quando sono entrato a scuola, ho trovato i rappresentanti d’istituto sulla porta del mio ufficio», dice il preside Roberto Turetta, che concede subito non una ma due assemblee d’istituto. La prima, alle nove, è rivolta agli studenti del biennio, i principali indiziati. E il messaggio del preside è inequivocabile: «Se non salta fuori chi è stato a infastidire le ragazze, niente uscite, niente gite e giornata dell’arte».
Risultato: sul tavolo di Turetta sono già arrivati tre nomi. «E la sensazione è che ci sia del vero, quindi credo proprio che ne arriveranno altri – aggiunge il preside -. Lunedì incontrerò i ragazzi e i loro genitori per sentire la loro versione dei fatti, non posso certo punirli sulla base di una denuncia. Resta anche da capire se i ragazzi sono stati provocati dalle ragazze, perché quando c’è un contrasto la ragione non sta mai tutta da una parte».
La seconda assemblea, alle 11, è aperta agli studenti del triennio e anche a due rappresentanti del Selvatico, un maschio e una femmina, invitati dai colleghi del Bernardi. La sorpresa è che sono proprio quelli del Selvatico a scusarsi: «Ci spiace per quello che è successo – hanno detto i due ospiti tra gli applausi -. Noi volevamo solo manifestare per la nostra sede, non volevamo infangare la vostra scuola». Ricapitolando: alcune ragazze del Selvatico sono state molestate e i loro rappresentanti chiedono scusa alla scuola dove studiano i molestatori. Non è un paradosso? «Al contrario, i rappresentanti del Selvatico sono stati bravi a distinguere e a capire – replica Turetta -. La nostra comunità è formata da 900 studenti, non sono mica tutti molesti. Ci sono alcune schegge impazzite e cercheremo di isolarle». Dulcis in fundo, gli studenti di Selvatico e Bernardi hanno deciso che venerdì prossimo manifesteranno insieme per sostenere quelli dell’artistico che vogliono tornare nella loro sede: «Sembrava una guerra tra poveri, è diventata un’occasione di solidarietà», conclude Turetta. «I ragazzi hanno gestito al meglio la questione tra di loro», aggiunge compiaciuta Annelise Squizzato, preside del Selvatico. Insomma, tutto risolto. Oppure no: «Non vorrei che qualcuno avesse strumentalizzato le molestie per perorare la causa del ritorno alla sede centrale», dice il provveditore Andrea Bergamo.
Il preside Turetta Resta da capire se i ragazzi sono stati provocati dalle ragazze, la ragione è in mezzo