Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Rottura fra dipendenti e Comune «Non resta che il ricorso ai legali»
Fumata nera alla trattativa sull’integrativo. Sicc, in arrivo la solidarietà
ROVIGO Parziale schiarita alla Sicc con l’apertura ai contratti di solidarietà al posto dei 20 licenziamenti ipotizzati. Tempesta su Palazzo Nodari con la prospettiva di una nuova vertenza contro la delibera con cui la giunta Bergamin pensava di risolvere il contenzioso con i dipendenti sul salario accessorio. Queste le indicazioni del barometro per la giornata sindacale di ieri, avviata alle 9 dall’incontro tra i rappresentanti di Sicc, azienda produttrice di serbatoi industriali del gruppo Guerrato, e Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil.
«Eravamo partiti male, dato che l’azienda ha liquidato solo un acconto di mille euro sugli stipendi del mese – spiega Mirco Bolognesi, segretario territoriale Uilm Uil – è emersa, però, una prima disponibilità a valutare i contratti di solidarietà come chiediamo unitariamente da inizio trattativa». Spiraglio che ha portato a una sospensione dell’ora di sciopero quotidiana, in attesa del nuovo incontro di lunedì 23 in cui potrebbe essere siglato l’accordo.
Nel pomeriggio è seguito il tavolo tra le sigle metalmeccaniche con i segretari generali territoriali e i rappresentanti istituzionali, decidendo la costituzione formale di una cabina di regia per la programmazione economica territoriale tra istituzioni e parti sociali che si riunirà il prossimo 27 ottobre al Consorzio per lo sviluppo del Polesine (Consvipo).
Presenti il deputato Diego Crivellari (Pd), i senatori Bartolomeo Amidei (Gruppo Misto, ex Fi), Emanuela Munerato (Fare!), la consigliera regionale Patrizia Bartelle (M5S), il presidente della Provincia Marco Trombini, l’assessore Antonio Gianni Saccardin in rappresentanza del Comune di Rovigo. Quest’ultimo, delegato al Personale, è finito, insieme al sindaco Massimo Bergamin, nel mirino di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl.
I sindacati della funzione pubblica contestano nel metodo e nei contenuti la delibera con cui la giunta intendeva chiudere la vertenza sui cinque anni di congelamento della parte variabile dello stipendio, seguita all’ispezione del ministero delle Finanze (Mef), che nel 2009 aveva contestato la liquidazione ai lavoratori di somme maggiori al dovuto nel quinquennio tra il 2007 e il 2012. All’inizio della prossima settimana si riunirà l’assemblea dei lavoratori. «A questo punto sono difficili le alternative al ricorso alle vie legali», spiega Paolo Zanini, Fp Cgil.