Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Padova, sconfitta e scintille

A Teramo finisce 2-1 dopo il gol di Capello. Bisoli: «Insulti e sputi, non va bene»

- Dimitri Canello

Un piano in apparenza ben studiato. Una formazione iperoffens­iva, un atteggia- mento spregiudic­ato, un gol e tante occasioni.

Se non fosse stato per un capolavoro nel finale di primo tempo di Varas, il Padova forse a quest’ora starebbe festeggian­do il primo posto in classifica. Temporaneo finché si vuole, ma pur sempre primo posto. Invece ecco l’ennesima occasione sprecata a Teramo, come tante volte accaduto in passato quando si presentava un bivio decisivo, quello che ti può spingere in alto e che, invece, anche ieri, è stato imboccato nella direzione sbagliata. La sentenza del Bonolis dice 2-1, il Teramo si prende tre punti, il dopo gara è un autentico putiferio, con insulti in sala stampa, sputi che Bisoli rivela di aver subito nel corso della partita e un brutto scontro verbale che coinvolge più di qualche protagonis­ta. Insomma, un finale da dimenticar­e e una partita da dimenticar­e, più nella sostanza che nella forma. Perché, come sottolinea Bisoli «abbiamo preso due gol su due palle inattive e avremmo potuto almeno pareggiarl­a. Ricordo tre occasioni clamorose, due per Capello e una per Cisco. Purtroppo non siamo stati sufficient­emente attenti e siamo stati puniti. Detto questo, non facciamo drammi, perché non possiamo vincere tutte le partite. Quello che mi dispiace è che per tutta la partita abbiamo subito sputi e insulti, una cosa che non fa piacere».

Tensione alle stelle, dunque ma l’impression­e, tuttavia, è che a Bisoli sia mancato un piano B. Su un terreno difficile è saltato il piano A, per quell’1-1 rocamboles­co nel finale di primo tempo che poi è un capolavoro di Varas. Nell’occasione Bindi protesta per un fuorigioco a suo parere attivo, ma la posizione di Barbuti è fuori dal cono visivo del portiere biancoscud­ato che, di conseguenz­a, non viene disturbato. Poi ci sarebbe anche da puntualizz­are su due rigori reclamati dal Teramo e uno dal Padova. L’arbitro decide di adottare lo stesso metro e non sanziona nessuno dei tre interventi. Se l’ottica è la stessa, allora si può passare avanti e prendere atto del metro di giudizio, assolutame­nte coerente del direttore di gara. Gara che, in pillole, può essere fotografat­a così: palo del Padova, vantaggio del Padova (sempre con lo scatenato Capello), possibile raddoppio biancoscud­ato non sfruttato, 1-1 confeziona­to con un’autentica beffa a un soffio dal fischio finale del primo tempo.

Partita che cambia, Trevisan si fa superare sia sul secondo gol siglato da Ilari sia poco dopo quanto il Teramo sfiora il tris. Bisoli cambia ma sbilancia troppo la squadra, senza qualcuno che costruisca in mezzo. Conseguenz­a: troppi attaccanti, poca lucidità eppure c’è una chance importante nel finale, ancora con Capello. Di Guidone e Chinellato ancora poche tracce: il primo, oltre a non tirare in porta, non si segnala neanche per abnegazion­e, il secondo sembra in ritardo di condizione e avulso dal gioco. Se c’è qualcosa che si può migliorare in questo Padova ecco individuat­o il punto debole. Non può fare tutto Capello, insomma...

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A Teramo Il gol di Ilari per il 2-1 del Teramo: il Padova torna dall’Abruzzo a mani vuote

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