Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ma il Bo ha già un progetto: «Al posto del Giustinianeo non resterà un buco nero»
PADOVA Non un buco nero al centro della città, ma un’enorme possibilità da sfruttare.
È così che l’Università di Padova e i sindaci della città metropolitana vedono l’area del Giustinianeo una volta lasciato libero dopo la costruzione del nuovo ospedale. E che la zona compresa tra via Giustiniani, via Ospedale Civile e piazzale Pontecorvo sia in realtà una grande tela bianca su cui potersi sbizzarrire, lo dimostra anche il lavoro che il Bo sta sottovoce portando avanti, in vista dell’incontro con Regione e Comune fissato per il 3 novembre. Ad anticiparlo è Mario Plebani, presidente della Scuola di Medicina. Dopo aver finalmente visionato il progetto firmato Giordani e averlo digerito (male), i professori rimangono sulla loro posizione: «La strada del nuovo su vecchio non è percorribile». «Siamo anche noi sensibili ai problemi dell’area – spiega Plebani –, ma abbiamo molte idee per valorizzare il Giustinianeo. Stiamo mettendo a punto una serie di progetti che porteremo al tavolo tecnico del 3 novembre, ma che vorremmo presentare anche prima a Giordani. Siamo contenti che finalmente si sia aperto un dialogo con il Comune e vogliamo coltivarlo».
Quali siano questi progetti, per il momento, non è dato saperlo. C’è però chi sogna l’intervento di nomi conosciuti nel mondo dell’architettura, come Walter Stefan, sindaco di Saonara che la scorsa settimana ha scritto due lettere aperte, una al sindaco (e suo ex superiore all’Interporto) Sergio Giordani e una al governatore Luca Zaia. «Liberare quell’area sarebbe una delle più grandi occasioni per Padova – commenta il sindaco -, una possibilità per ripensare un punto strategico. Facendo lavorare a un progetto un archistar si potrebbero creare soluzioni degne della vita culturale e scientifica della città». Quello che sia Plebani che Stefan puntualizzano, comunque, è che il Giustinianeo non perderebbe la sua connotazione socio-sanitaria, ma continuerebbe a rivestire un punto di riferimento per la vita cittadina. «Abbiamo avuto modo di vedere il progetto di Giordani e non cambiamo idea – continua il presidente della Scuola medica -: chiediamo che la cura ad alta intensità venga spostata in una nuova struttura. E’ impensabile che attrezzature moderne e ad alto tasso di tecnologia come un ciclotrone o un nuovo incubatore possano trovare spazio lì dove ora si trova l’ospedale, nonostante i nuovi progetti. E poi dobbiamo pensare in prospettiva».
«Avevamo criticato Bitonci quando voleva il nuovo sul vecchio – gli fa eco Stefan – e non vedo ragioni per accettare questa proposta ora. Dal punto di vista logistico è un pasticcio, ci sono carenze spaventose: in quella zona transitano 50 mila auto ogni giorno. I parcheggi previsti sono insufficienti persino per il personale attuale. E’ un progetto che ha tutti contro: la Regione, che poi mette i soldi, l’Università, i Comuni dell’interland. Piace solo a palazzo Moroni. Non c’è che dire – conclude -, la posizione del mio amico Giordani è davvero incomprensibile».
Plebani Nuovo su vecchio non si può. E poi liberare via Giustiniani è un’opportunità. Porteremo i progetti al tavolo della Regione il 3 novembre