Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Si pagò la casa con i soldi della scuola preside patteggia un anno e dieci mesi
La dirigente ora lavora in un istituto di Lendinara (Rovigo), a processo anche il figlio
Ad aprile si era presa tutta la colpa. E dopo quella confessione, in piena estate, su di lei aveva anche messo gli occhi la Corte dei Conti.
Ieri quindi l’ultimo capitolo, con la vicenda giudiziaria di Marina Zanon, 57 anni, da novembre scorso dirigente scolastica all’istituto comprensivo di Lendinara e Lusia (Rovigo) dove ha firmato un triennale, che arriva al capolinea. La preside infatti ha patteggiato con il pm Sergio Dini 1 anno e 10 mesi di reclusione (pena sospesa) per abuso d’ufficio e malversazione a danno dello Stato. In pratica per essersi rifatta parte degli arredi di casa con i fondi pubblici destinati all’Istituto Comprensivo di Cittadella, la scuola di cui era preside prima di approdare nel rodigino.
«Avevo bisogno di soldi», si era giustificata la preside di fronte al giudice dell’udienza preliminare Cristina Cavaggion nella scorsa udienza. Era stata la stessa dirigente scolastica a chiedere di essere interrogata mentre procura e difesa discutevano dell’eventualità di un processo. Così, ripetendo in continuazione di essersi trovata a fare i conti con un periodo di ristrettezza economica e di aver utilizzato il denaro pubblico per quel motivo, aveva cercato di lavarsi via l’accusa di essersi rifatta il divano di casa, aver acquistato una lavastoviglie nuova di zecca e di ultima generazione, e aver ritinteggiato casa con i 150 mila euro che lo Stato aveva elargito all’istituto di cui era stata preside a Cittadella. L’unica difesa, dopo aver ammesso ogni colpa, la dirigente scolastica ora a Lendinara l’aveva riservata per suo figlio Nicola Doro, che ieri mattina dopo il patteggiamento della madre, è stato ammesso al processo in abbreviato in calendario a gennaio.
A scoprire i raggiri dell’ex dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Cittadella era stata un’indagine della Guardia di Finanza di Cittadella che aveva svolto una serie di accertamenti patrimoniali sulla preside. Stando all’architettura del pm Dini la donna avrebbe speso fondi pubblici destinati alla scuola per sistemare la propria casa, sequestrata a giugno dalle Fiamme gialle su mandato dei giudici della Corte dei Conti nelle more dell’inchiesta tributaria incardinata a Venezia per cui Marina Zanon è accusata di un danno erariale da 102 mila euro. Un’indagine partita proprio dopo la confessione della cinquantasettenne di fronte al giudice dell’udienza preliminare e che non si è fermata soltanto a lei.
Sotto inchiesta per colpa grave per non aver vigilato sul corretto uso dei contributi elargiti dallo Stato e spesi per tornaconto personale dall’ex preside dell’Istituto Comprensivo di Cittadella, ci è finita anche una dipendente del Comune di Cittadella. La vicenda giudiziaria di Marina Zanon inizia nel 2011 quando il figlio crea un’associazione sportiva per organizzare corsi psicomotori destinati ai bambini. Dal 2011 al 2015, per proseguire nella sua attività, l’associazione aveva chiesto e ottenuto fondi pubblici per 150 mila euro. A far da regia al tutto, visto che i corsi si sarebbero tenuti nella scuola di Cittadella, proprio la preside che sfruttando la sua posizione di forza, avrebbe spinto per far passare la richiesta del figlio, anche lui finito sotto indagine e ora a rischio processo. Non solo: sempre nello stesso periodo la donna avrebbe sperperato 60 mila euro per spese personali. Tra gli acquisti fatti con i soldi pubblici, che avrebbe dovuto usare per la scuola, un divano e una lavastoviglie oltre alla nuova tinteggiatura dell’abitazione.