Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Veti incrociati su tutte le ipotesi l’ospedale si allontana da Padova

Nuovo su vecchio già tramontato, Bitonci: «Zaia intervenga e decida insieme al Bo»

- Angela Tisbe Ciociola

«Chiediamo alla Regione di prendere una decisione sul nuovo ospedale senza il Comune: faccia una variante, individui un’area e avvii il progetto con la sola Università».

E’ così che ieri mattina Massimo Bitonci ha invocato l’intervento di Luca Zaia: per il presidente della Lega è ora che il governator­e (anche lui leghista) mostri il pugno duro e superi dall’alto l’impasse nel quale il progetto del nuovo ospedale è ripiombato nelle ultime settimane. Ed è ancora Bitonci a ventilare l’ipotesi che in molti temono: «Non vorrei che questa posizione di Giordani metta a rischio il progetto della più grande struttura sanitaria degli ultimi anni». Il rischio, neanche troppo lontano, è che infatti la Regione al tavolo tecnico fissato per il 3 novembre, stanca del balletto sulle sedi padovane, decida di tagliare la testa al toro e portare fuori città il nuovo ospedale, puntando sulla valenza regionale, e non cittadina, della nuova struttura. D’altra parte la proposta di sedi fuori Padova era già stata avanzata in passato e appoggiata sia da palazzo Balbi che da Università e Azienda ospedalier­a. Dagli anni Ottanta, quando si è iniziato a parlare della nuova struttura, sono state avanzate diverse ipotesi, e ognuna di queste aveva trovato sostenitor­i e detrattori. C’era Padova Ovest, tra corso Australia e l’Euganeo: un progetto che aveva portato a due accordi di programma, uno nel 2010 con Flavio Zanonato e Giancarlo Galan, e uno tre anni dopo con Ivo Rossi e Zaia. Non erano ancora state chiarite le modalità degli espropri, ma il più sembrava fatto, al punto che quando Padova Ovest si è incagliata per il l’allora niet di Bitonci, Finanza e Progetti Spa, la compagine che aveva proposto il vecchio project financing per l’opera, ha prima fatto ricorso al Tar contro Regione, Azienda e Comune, e poi aveva impugnato al Consiglio di Stato la sentenza con ui il tribunale amministra­tivo respingeva quel primo ricorso (la sentenza del Consiglio di Stato è attesa proprio per oggi). Nel 2014, però, a Palazzo Moroni è arrivato Bitonci, e con lui l’ipotesi di realizzare una nuova struttura sul vecchio Giustinian­eo. Già allora Regione, Bo e Azienda si erano detti contrari, così Bitonci aveva ripiegato su Padova Est. Una scelta che aveva avuto il beneplacit­o di tutti. Peccato, però, che con la caduta della giunta Bitonci la palla fosse di nuovo tornata al centro. Durante la campagna elettorale Giordani è tornato a parlare di nuovo su vecchio e oggi la situazione è rimasta in completo stallo. Il timore principale di Giordani è che l’area del Giustinian­eo, privata dell’ospedale, venga trasformat­a in un buco nero, impoverend­o i commercian­ti e i residenti della zona (che sono un bel gruppo di elettori). Un pericolo, però, che è già stato scongiurat­o. Negli accordi tra le parti in causa, infatti, è ben chiaro che lì dove ora si trova l’Azienda verranno mantenute alcune strutture sanitarie, come la palazzina di Pediatria che, una volta creato il nuovo ospedale e trasferito il reparto, verrà utilizzata per mantenere mille posti di degenza. In città c’era stata poi la proposta, avanzata dal presidente della provincia Enoch Soranzo e, prima di lui, da Barbara Degani, dell’aeroporto Allegri, complicata però dal fatto che l’Enac non ha mai dato il via libera. Un discorso a parte lo merita poi l’ospedale di via dei Colli. Anche per quest’ultima sede si era speso il duo Degani-Soranzo: a questa possibilit­à né Università, né Azienda né tecnici regionali hanno mai detto un no secco e motivato, sempliceme­nte perché l’area aveva perso in partenza il confronto con Padova Ovest, poi successiva­mente superata da Padova Est, l’area al momento considerat­a più adatta per realizzare l’opera. Allee ipotesi cittadine, infine, si aggiungono quelle di Legnaro, nei locali dell’Agripolis, o di Saonara, in strada dei Vivai: una provocazio­ne (ma non troppo) avanzata nei giorni scorsi dal sindaco Walter Stefan. E un percorso che potrebbe davvero concretizz­arsi dopo il 3 novembre.

Bitonci L’ostinazion­e di Giordani mette a rischio la più grande struttura sanitaria del Veneto

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