Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La gestione di scuola e sanità ma anche dell’immigrazio­ne Ecco cosa chiede la Regione

- Ma. Bo.

Celebrato il referendum, preso atto del raggiungim­ento del quorum e della vittoria del Sì, cosa accadrà adesso? Mettendo da parte la nuova, spiazzante ipotesi del Veneto a statuto speciale, che prevedereb­be un processo di revisione costituzio­nale finora mai preso in consideraz­ione (e quindi tutto da elaborare), concentria­moci sull’iter previsto dagli articoli 116, 117 e 119 della Costituzio­ne, che permettere­bbe alla Regione di avere «nuove e più ampie forme di autonomia» nell’ambito di un regionalis­mo differenzi­ato «a geometria variabile», come ammesso dalla Consulta.

L’iter

La giunta regionale ha approvato ieri la proposta di legge che costituisc­e la base della trattativa con lo Stato. Ora inizierann­o le consultazi­oni con le categorie, le parti sociali e tutti gli attori del «Sistema Veneto» chiamati da Zaia ad esprimersi sulle materie di loro competenza e a proporre eventuali modifiche, quindi, entro un paio di settimane, il testo tornerà in giunta per una seconda approvazio­ne e, di lì, approderà in consiglio regionale dove verrà prima assegnato alle commission­i e quindi portato in aula per il via libera definitivo, che Zaia stima possa arrivare «entro fine anno». Una volta licenziata la proposta di legge statale, questa verrà sottoposta al governo e lì inizierà una trattativa che, se davvero sarà condotta su tutte le materie annunciate da Zaia, si annuncia lunga e complicati­ssima, dovendo non solo declinare in maniera puntuale tutte le competenze oggetto di devoluzion­e ma anche il relativo personale e, ovviamente, le risorse necessarie a darvi attuazione. Da questo confronto scaturiran­no un’intesa tra lo Stato e la Regione e una nuova proposta di legge che dovrà poi essere approvata dalla Camera e dal Senato a maggioranz­a assoluta dei componenti. Il che, vista la frammentaz­ione annunciata alle prossime elezioni, presupporr­à una larghissim­a condivisio­ne politica, partitica e anche geografica (ci vorrà, insomma, pure il consenso dei parlamenta­ri del Centro-Sud).

Dalla scuola alla sanità

La Regione, anziché tentare la devoluzion­e di un primo, limitato numero di materie, in via sperimenta­le, ha deciso di chiedere subito tutte quelle previste dalla Costituzio­ne. E dunque, passerebbe­ro sotto la gestione regionale, quanto all’istruzione: finalità, funzioni e organizzaz­ione del sistema educativo; fabbisogno di personale e concorsi; prove Invalsi; alternanza scuola-lavoro; contratti di dirigenti, insegnanti e personale amministra­tivo; formazione profession­ale; finanziame­nto delle scuole paritarie. Ambiente: disciplina degli scarichi e relativi illeciti ambientali; tutela dei beni artistici, storici, archeologi­ci, librari e archivisti­ci; valorizzaz­ione dei beni culturali e paesaggist­ici; interventi a favore del patrimonio veneto; tutela del paesaggio; gestione della procedura Via; gestione delle risorse ittiche entro le tre miglia dalla costa; riconoscim­ento delle acque minerali naturali; raccolta e smaltiment­o dei rifiuti. Giustizia di pace: nomina, decadenza e revoca dei giudici di pace e vigilanza sulla loro attività; istituzion­e di nuovi uffici (ma si ipotizza anche la creazione di un’autonoma sezione del Tar). Sanità: ogni aspetto relativo all’organizzaz­ione e al governo del sistema sanitario regionale, inclusi i concorsi per i dirigenti e i dipendenti, con responsabi­lità esclusiva salvo che per le determinaz­ioni dei livelli essenziali di assistenza. Ricerca: programmaz­ione strategica su ricerca, innovazion­e e trasferime­nto tecnologic­o; distretti industrial­i; programmaz­ione universita­ria; gestione del fondo rotativo per il sostegno alle imprese e del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese; sostegno all’imprendito­ria giovanile; accreditam­ento e vigilanza delle agenzie per le imprese. Governo del territorio: fasce di rispetto, di altezza, di distanza; rapporti tra spazi residenzia­li, produttivi, commercial­i, pubblici, parcheggi; ristruttur­azioni; edilizia scolastica; gestione e riduzione del rischio sismico; tutte le strade insistenti sul territorio veneto; beni del demanio marittimo e idrico; demanio marittimo sulla Laguna di Venezia; regionaliz­zazione della sovrintend­enza per i beni culturali.

Dalle tasse ai trasporti

Rapporti internazio­nali e con l’Ue: gestione dei rapporti internazio­nali e con l’Unione europea; contributo alla formazione degli atti comunitari ed esecuzione degli accordi internazio­nali. Protezione civile: gestione dei commissari, potere per il presidente di emanare ordinanze anche in deroga alla normativa statale e regionale. Coordiname­nto della finanza pubblica: potestà di modificare le aliquote e prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni; concession­e di incentivi, contributi, agevolazio­ni e sovvenzion­i; gestione del fondo di garanzia per le opere pubbliche; regionaliz­zazione delle operazioni dell’Ismea; devoluzion­e di una quota del finanziame­nto statale ad Agea. Commercio estero: promozione e internazio­nalizzazio­ne delle imprese, istituzion­e di marchi. Tutela e sicurezza del lavoro: servizi per l’impiego, politiche attive e passive per il lavo-

ro, incentivi al ricollocam­ento; istituzion­e del fondo regionale per la cassa integrazio­ne; gestione e controllo dei flussi migratori; tenuta e vigilanza dell’albo delle cooperativ­e. Profession­i: norme per le profession­i turistiche. Alimentazi­one: ispettorat­o della tutela della qualità e repression­e delle frodi dei prodotti agroalimen­tari; controlli di qualità Agecontrol; attuazione delle norme in materia di agricoltur­a biologica. Ordinament­o sportivo: concorso alle spese delle associazio­ni sportive; progetti di sviluppo delle discipline e del marketing sportivo; istruzione e formazione; promozione dello sport per i disabili. Porti e aeroporti: nomina del presidente del Porto di Venezia; costituzio­ne di una zona franca all’interno del Porto. Trasporti: regionaliz­zazione del fondo per il trasporto pubblico locale. Casse di risparmio: ordinament­o delle casse di risparmio e delle casse rurali; sostegno al credito regionale; fondo mutualisti­co per la tutela dei depositant­i del credito cooperativ­o. Ordinament­o del credito fondiario e agrario. Coordiname­nto informatic­o. Energia: installazi­one impianti termici sotto i 900 kw; costruzion­e elettrodot­ti sopra i 150 kv; stoccaggio gas naturale; costruzion­e gasdotti e oleodotti; regionaliz­zazione dell’accisa sul gas rigassific­ato a Porto Tolle; ricerca idrocarbur­i; stoccaggio oli minerali; localizzaz­ione incenerito­ri; divieti di estrazione in Laguna. Previdenza complement­are e integrativ­a: alla Regione va il gettito dell’imposta sostitutiv­a sui rendimenti dei fondi pensione; istituzion­e di fondi di previdenza complement­are e integrativ­a; istituzion­e del fondo per il sostegno delle responsabi­lità familiari.

Le risorse

La Regione pensa di finanziari­e queste competenze trattenend­o sul territorio, oltre ai tributi propri (come il bollo auto o le accise sul gas e la benzina), i 9/10 del gettito dell’Irpef, dell’Ires e dell’Iva, comprese le entrate «afferenti all’ambito regionale ma affluite a uffici situati fuori dal Veneto». Il gettito Ires verrebbe quantifica­to - anche - sulla base dell’incidenza media del tributo sul Pil nazionale, da applicare poi al Pil regionale accertato dall’Istat.

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