Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
A Rovigo seggi vuoti e quorum lontano «Bisogna fare di più»
In Polesine, il quorum del referendum per l’autonomia affonda sulle sponde del Po. La diserzione è stata alta soprattutto nelle zone al confine con l’Emilia Romagna e l’astensionismo trasversale al colore delle amministrazioni. E così l’affluenza, su scala provinciale, si è fermata al 49,9 per cento con la partecipazione al voto di 101.027 cittadini (98.600 i sì, 1.997 i no, 210 le schede bianche e 220 le nulle) su 202.630 aventi diritto. Un dato che si discosta del 7,3 per cento rispetto al 57,2 di media regionale.
Nelle ultime consultazioni referendarie - alle quali, al pari di domenica scorsa, non partecipavano i residenti all’estero - il Polesine non aveva mai avuto scollamenti così accentuati dal resto del Veneto. Il 17 aprile 2016 al referendum sulle trivelle la partecipazione era stata superiore alla media, con il 39,3 per cento di affluenza contro il 37,9 regionale. Leggermente inferiore l’adesione alla consultazione sulla riforma costituzionale del 4 dicembre 2016: 74,1 per cento, con una differenza del 2,6 rispetto al 76,7 per cento veneto.
Il dato di affluenza più basso sull’autonomia a Ficarolo, Comune di centrodestra dirimpettaio della roccaforte leghista di Bondeno (Ferrara), dove ha votato il 30,3 per cento, con i no al 4,5. Il 35,2 per cento si registra a Occhiobello, talmente vicina a Ferrara da esservi collegata dalla linea 11 dei bus urbani della città emiliana. Si ferma al 39,9 per cento Gaiba con la vicina Stienta, paese dell’assessore regionale Cristiano Corazzari, un tempo culla del Pci polesano ma oggi saldamente amministrata dal centrodestra, quart’ultima con il 41,2 per cento.
«Credo si tratti più di un fatto culturale, in una zona nota come Transpadana ferrarese – commenta Corazzari –. Dobbiamo lavorare per legare di più il Polesine al resto della regione». Probabilmente ha inciso anche la campagna per l’astensione delle maggioranze locali di Pd e M5S, con in testa i consiglieri regionali Graziano Azzalin e Patrizia Bartelle, in dissonanza rispetto alle loro organizzazioni regionali. Sotto il 50 per cento anche il capoluogo, dove ha votato il 47,6 degli aventi diritto.
«È comunque un risultato importantissimo – dice il sindaco Massimo Bergamin (Lega) – questi numeri, uniti al dato regionale straordinario, dimostrano che l’autonomia non è tema di parte, ma questione sentita oltre le appartenenze. Il quorum, mancato di nulla, non inficia un risultato epocale». I risultati maggiori di affluenza si registrano a Lusia (62,1 per cento), che negli anni ‘90 diede alla Lega il primo sindaco del Polesine e Rosolina (61,8 per cento), dove vive il segretario provinciale del Carroccio, Stefano Falconi.