Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Prosecco, marketing e qualità
Giorgio Polegato (Astoria): serve bilanciare la crescita della zona produttiva con le richieste del mercato. L’obiettivo? Cercare di stabilizzare i prezzi
Giorgio Polegato è presidente di Astoria Vini, la prima azienda vinificatrice privata della Docg del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene. Fatturato di 46 milioni di euro, produzione da sei milioni di bottiglie. Numeri che derivano da una storia relativamente giovane: nel 1987 i fratelli Giorgio e Paolo ereditarono l’azienda agricola del padre Vittorino.
Dottor Polegato, qual è la ricetta del successo?
«Abbiamo investito molto in marketing e comunicazione. Abbiamo curato il packaging, creato bottiglie particolari. Ma ci siamo anche affiancati ad eventi di successo per farci conoscere. Scelte che si sono rivelate vincenti perché partivamo da un prodotto di qualità eccellente».
Astoria è nota nella ristorazione anche grazie ai vostri 180 agenti in Italia.
«Non abbiamo bisogno di pubblicizzarci nei supermercati, il nostro è un prodotto che non compete nell’entry level»
Fra tutte le vostre bottiglie, quale citerebbe come eccellenza assoluta?
«Sicuramente il nostro Millesimato Valdobbiadene Docg, quello che arriva dalla cru della tenuta di Refrontolo. Un vino che ogni anno viene premiato e che nasce tra i vigneti della “Costa del Sol”, una produzione da 110/120 chili per ettaro che resta sui lieviti una quindicina di giorni, uno spumante aromatico inconfondibile».
Dal Superiore alla Doc. Secondo lei è necessario aumentare ancora l’area di produzione?
«Sicuramente dovremo ancora crescere in superficie, lo spazio di mercato c’è sempre per ampliarsi. L’obiettivo deve essere quello di stabilizzare i prezzi. Anche quest’anno ci sono stati dei rialzi, non sarà facile gestirli coi buyer».
Quindi, basta quanto sta facendo il Consorzio della Doc o serve accelerare sulle dimensioni della zona di produzione?
«Non dobbiamo allargare troppo le maglie, serve bilanciare la crescita della zona produttiva con le richieste del mercato».
La partita coinvolge un sistema in tensione da alcuni anni sui prezzi. Chi ci sta guadagnando veramente?
«Oggi chi ha la produzione in mano è avvantaggiato. La battaglia ci tocca poco, siamo nella Docg. Ma vedo che il mercato della Doc è in mano a pochi e metà della produzione è delle cooperative, che hanno maggiori vantaggi rispetto ai privati. L’auspicio è che tutti possano competere con le stesse condizioni e che il sistema Prosecco nel suo complesso ne tragga profitto».
La strategia «Abbiamo creato bottiglie particolari e ci siamo affiancati a eventi di successo»