Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Spari al poligono e kalashnikov le nuove prove
Le analisi sui loro cellulari sono terminate e il materiale, secondo la procura, conferma l’ipotesi di partenza. Cioè che i tre kosovari Arjan Babaj, 27 anni, Dake Haziraj, 25 e Fisnik Bekaj, 24, avevano creato una cellula terroristica a Venezia, pronta a colpire e ben addestrata. Bekaj aveva un video che lo riprendeva mentre si allenava a sparare in un poligono di tiro in Kosovo, mentre Babaj e Haziraj si erano fatti fotografare con delle armi in mano: il primo con un kalashnikov, il secondo con un machete. Dalle intercettazioni ambientali che avevano portato agli arresti del 30 marzo pare che la cellula avesse ipotizzato di colpire a Venezia, o con il coltello oppure con una bomba a Rialto. Nei giorni scorsi i loro difensori hanno ricevuto l’avviso da parte del pm Francesca Crupi che l’indagine è chiusa e presto ci sarà il processo, anche se loro avranno la possibilità di farsi interrogare per difendersi dall’accusa di associazione terroristica. Gli investigatori hanno trovato anche un paio di tracce inedite di finanziamenti (per complessivi 2500 euro) a soggetti kosovari vicini alla jihad. Dai cellulari sono spuntati poi una montagna di altri filmati che inneggiano alla jihad oppure dei tutorial su come usare le armi, e il fatto che in gran parte li detenesse Babaj sembrerebbe confermare il suo ruolo di guida spirituale dell’intero gruppo. Nel blitz del 30 marzo finì in carcere anche un 17enne, che forse era il più esagitato di tutti. Per lui il processo è già stato fissato di fronte al tribunale dei minorenni e la prossima udienza è prevista per il 20 dicembre: il giovane, con il suo legale, ha scelto la strada del rito abbreviato.