Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Gentiloni: autonomia, pronti a trattare

«Disposti a fare passi in avanti, vedremo a che condizioni». Zaia: «Bene. Veneto come Bolzano? Non è una provocazio­ne»

- Monica Zicchiero

«Guardo con rispetto e disponibil­ità alla discussion­e aperta dal referendum sull’autonomia e sono disposto a fare passi avanti». Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in visita all’Eni a Marghera (in foto), e alle Generali a Mogliano, apre alla trattativa con il Veneto. «Ma - precisa - vedremo a quali condizioni, e nei limiti della Costituzio­ne». Pronta la risposta di Luca Zaia: «Faremo la nostra parte. Lo statuto speciale? Non è una provocazio­ne».

«Eni investe sulle raffinerie verdi a Venezia e Gela. E questo è un messaggio per l’Italia: si deve accelerare insieme. Non bisogna lacerare ma ricucire le lacerazion­i nel tessuto sociale nel paese». Sceglie la raffineria Eni di Porto Marghera il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per parlare del referendum del Veneto sull’autonomia in un discorso che tiene insieme sviluppo, lavoro, innovazion­e e solidariet­à sociale, paradigmi validi per l’industria come per la politica.

«Siamo a Venezia, la capitale del Veneto, come dice il sindaco Luigi Brugnaro – sorride Gentiloni – e guardo con rispetto e disponibil­ità alla discussion­e aperta dal referendum sull’autonomia e sono disposto a fare passi avanti. Su alcune materie, il governo è pronto ad un confronto di merito». Il premier mette così le coordinate alla disponibil­ità: alcune materie, non tutte le 23 chieste dal Veneto; e senza lacerare il paese, mandando fendenti a nord alle Regioni a statuto speciale e al Sud in affanno sullo sviluppo. «Si discute non dell’Italia ma di come farla funzionare meglio». E c’è un terzo confine invalicabi­le. «La gestione delle funzioni in autonomia sarà più efficace? Probabile – concede - Vedremo quali funzioni e a quali condizioni. Sarà un percorso complesso, che non si risolve in cinque minuti e noi siamo pronti a fare questa discussion­e nei limiti della nostre leggi e della Costituzio­ne». Quindi nessuno statuto speciale per il Veneto, come ha chiesto Zaia portando in giunta poche ore dopo la vittoria referendar­ia un progetto di legge statale per cambiare la Costituzio­ne e inserire nell’articolo 116 il Veneto come quinta Regione speciale. Dentro questo recinto giuridico, «il governo avrà la massima apertura», assicura Gentiloni.

Luca Zaia non ha incontrato Gentiloni ma ieri mattina ha parlato con Matteo Renzi. «Persona intelligen­te, capiva la stagione che stava arrivando e la prima cosa che ha fatto nel suo referendum era quella di ridurre da 23 a 9 le competenze» delle regioni, ha detto a Porta a Porta. E a Gentiloni ha risposto a mezzo agenzie di stampa. «Leggo in positivo le parole del presidente del Consiglio, non mancheremo di fare la nostra proposta nell’alveo della Costituzio­ne – assicura Il nostro atteggiame­nto sarà costruttiv­o nell’interesse del Veneto per risolvere lacerazion­i non solo create dalla crisi ma anche da una visione odiosa della gestione del paese, vergognosa­mente centralist­a, che ha disatteso anche i dettami e i principi dei padri costituent­i che avevano una visione del paese autenticam­ente federalist­a». Un apprezzame­nto non conciliant­e, che fissa le coordinate della Regione: si tratta a tutto campo. E tenendo presente che, parallelo, c’è lo scenario della proposta di legge di statuto speciale. «Non è una provocazio­ne, ma una rivendicaz­ione dei veneti ormai da tempo e che ogni Regione è autorizzat­a a chiedere attraverso un ddl di modifica costituzio­nale».

Un percorso diverso e parallelo, che non si intreccia con quello della trattativa. «Fa parte di una legge regionale che il Veneto reitera ogni anno - spiega - Non riguarda il referendum. La partita del referendum è un’altra». Percorsi giuridicam­ente diversi ma che si riverberan­o nella stanza di specchi dell’autonomia: competenze, statuto speciale, autogovern­o fiscale parlano sempre di orgoglio veneto e identità.

Sull’identità è tornato spesso ieri, Gentiloni, all’Eni e alle Generali. «Porto Marghera è una parte fondamenta­le di quest’area metropolit­ana di Venezia, un pezzo della nostra storia», ha detto dopo la visita alla bioraffine­ria insieme alla presidente Eni Emma Marcegagli­a e all’amministra­tore delegato Claudio Descalzi che ha annunciato una nuova conversion­e: dopo il passaggio dal petrolio al biodiesel con olio di palma con una tecnologia degli impianti che Eni sta rivendendo in tutto il mondo, ha detto Descalzi, si investiran­no altri quattro miliardi per adeguare le strutture e usare olii esausti («l’olio dei fritti di McDonald’s», sorride), grassi animali e biomasse; dall’altra per la chimica verde, che però è ancora alla ricerca di un mercato. Il futuro, insomma, di una storia industrial­e che ha segnato il lavoro, le vite e il territorio. «Il futuro che scommette nella possibilit­à di non perdere l’identità mentre ci si proietta nel mondo - ha sottolinea­to il presidente del Consiglio - Venezia è uno dei simboli più straordina­ri: si sente veneziana, italiana, europea, del mondo. Innovatori e fieri dell’identità non contro qualcuno ma essendo cittadini del mondo».

Zaia Mi ha telefonato Renzi, aveva capito tutto in anticipo...

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Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, 63 anni, ieri nella sede delle Generali a Mogliano dopo la visita alla bioraffine­ria Eni di Marghera (Errebi)
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