Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Debora, la mente che ideò l’omicidio»

In 358 pagine le ragioni che hanno portato alla condanna dei fratelli Sorgato e della Cacco

- Munaro

Il giudice padovano che ha condannato Freddy Sorgato, la sorella Debora (entrambi a trent’anni) e Manuela Cacco (a 16 anni) per l’omicidio e l’occultamen­to del cadavere della segretaria Isabella Noventa, spiega le ragioni che hanno portato alla sentenza: il magistrato riconosce che la Cacco ha raccontato solo una parte della verità su quel brutale omicidio. Secondo il giudice ad architetta­re il piano diabolico è stata Debora Sorgato, accecata dall’ira.

Manuela (Cacco) che racconta «la verità, ma non tutta la verità»; Freddy (Sorgato) che «ha avuto un ruolo fondamenta­le nell’omicidio ben sapendo del piano delittuoso», che «ha sempre cercato di depistare le indagini» e «non ha mai espresso una parola di scuse per la famiglia, di pentimento»; e Debora (Sorgato) che ha giocato un ruolo «decisivo nella pianificaz­ione ed esecuzione dell’omicidio».

Lei che, come il fratello Freddy, non ha mostrato «alcuna manifestaz­ione di pentimento» per via di quell’unico suo obiettivo: eliminare e far sparire per sempre Isabella Noventa, 55 anni, segretaria di Albignaseg­o, uccisa la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 senza che il suo corpo venisse mai più trovato. Morte che ha avuto una «sorta di efficacia liberatori­a» per i tre. Sono queste le parole usate dal giudice Tecla Cesaro nel chiudere le 358 pagine con cui spiega il perché delle condanne a trent’anni per Freddy e Debora Sorgato e a 16 anni e 10 mesi per Manuela Cacco. Perché di una cosa il gup Cesaro è convinta. Quella di Isabella è stata «una morte violenta, programmat­a e voluta da tutti gli imputati» capaci di farsi trovare «nel posto giusto, al momento giusto» e legata alle relazioni tra Freddy e Isabella: «Il quadro che emerge è univoco nell’indicare un crescendo di sentimenti di avversione verso Isabella nel quale risulta maturare la decisione di porre fine alla vita di Isabella». Ma se da un lato Manuela e Freddy «aderiscono» al piano (compresa la «mascherata» per coprire la sparizione della donna), per il gup la decisione di uccidere l’ex fidanzata del camionista-ballerino è «presa da Debora». «È Debora – continua il gup – a prendere in mano la situazione di fronte all’incapacità del fratello di lasciare Isabella, ad assumere una decisone drastica, a suo dire necessaria». Ed è proprio lei che Freddy vuole salvare a tutti i costi («La Debora bisogna che venga fuori» dice, intercetta­to, in carcere): per quello ha confessato, il 18 febbraio 2016, pochi giorni dopo l’arresto, di aver ucciso Isabella in un gioco erotico e poi di aver gettato il corpo senza vita «tra il Brenta e il Piovego». A rovesciare le carte in tavola però la confession­e di Manuela Cacco. In cinque interrogat­ori la tabaccaia ridisegna l’impianto accusatori­o raccontand­o quanto le aveva detto Debora la sera stesa dell’omicidio: a uccidere Isabella era stata lei con due colpi di mazzetta alla nuca, prima di infilarle la testa in un sacchetto, strangolar­la e poi, assieme a Freddy, disfarsi del corpo. Una versione «attendibil­e oltre ogni ragionevol­e dubbio», per il gup.

Ma anche qui qualcosa non torna. Perché Manuela è credibile sulla dinamica dell’uccisione ma non lo è quando dice di essere sempre rimasta all’oscuro del piano dei fratelli Sorgato. Impossibil­e, dice il giudice, che nei suoi continui giri a vuoto la notte dell’omicidio per le strade di Noventa Padovana, legge una copertura per i due fratelli killer. Manuela che, come gli altri due imputati, nei giorni successivi all’omicidio «pulisce» la memoria del cellulare e la notte stessa del delitto ripulisce per due volte la cucina degli orrori.

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 ??  ?? La vittima Isabella Noventa, 54 anni, segretaria di Albignaseg­o uccisa in casa di Freddy Sorgato nella villa di Noventa Padovana
La vittima Isabella Noventa, 54 anni, segretaria di Albignaseg­o uccisa in casa di Freddy Sorgato nella villa di Noventa Padovana

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