Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Traffico di rifiuti, 28 aziende nei guai

Aziende sotto sequestro a Marghera e Malcontent­a. Il capo è un trevigiano

- Di Andrea F. Zambenedet­ti

Traffico illecito di rifiuti, 25 imprendito­ri nei guai. Le aziende li reimmettev­ano nel processo produttivo senza sottoporli a decontamin­azione.

Traffico illecito di rifiuti, 25 imprendito­ri nei guai. Le loro aziende — 28 quelle finite sotto la lente d’ingrandime­nto dei magistrati della Direzione distrettua­le antimafia del Veneto — raccogliev­ano rifiuti e scarti di produzione, reimmetten­doli nel processo produttivo senza sottoporli a decontamin­azione (per la quale non avevano comunque le necessarie autorizzaz­ioni). Quest’ultima pratica richiede una serie di passaggi, anche amministra­tivi, che secondo i finanzieri in diversi casi sarebbero stati omessi.

Così facendo, sarebbero stati anche occultati al Fisco utili per 6 milioni di euro. Un business cresciuto troppo in fretta per non destare sospetti.

E’ stato proprio il volume della merce inviata in Slovenia da un’azienda di Mogliano, a costringer­e la Guardia di finanza ad avviare gli accertamen­ti, avvalendos­i di tabulati telefonici e di intercetta­zioni. L’impresa ha un giro d’affari di oltre 10 milioni di euro e una dozzina di impiegati. Al timone c’è un trevigiano 55enne che già in passato ha avuto una contestazi­one per un reato di natura ambientale. L’imprendito­re, assieme a due colleghi della provincia di Foggia (una 30enne originaria della Romania e un 55enne foggiano), è stato raggiunto da un’ordinanza cautelare interditti­va dell’esercizio dell’attività per i prossimi dodici mesi.

Nei depositi venivano gestiti i materiali plastici, definiti «rifiuti non pericolosi» perché non emettono sostanze in atmosfera. La merce, secondo quanto ipotizzano le contestazi­oni, sulla carta varcava il confine con la Slovenia (dove l’azienda di Mogliano ha una filiale) . Fisicament­e veniva invece raccolta nelle tre sedi operative (ora sotto sequestro preventivo): una a Malcontent­a e Marghera (Venezia) e una a Casalvecch­io (Foggia).

«A quel punto — chiarisce il tenente colonnello Fabio Marco Vetrano, comandante del Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Treviso — venivano compilati in modo non veritiero i formulari che indicavano i luoghi di destinazio­ne della merce, recando così un serio pregiudizi­o alla tracciabil­ità dei prodotti da smaltire». Quei rifiuti quindi — sostengono sempre i finanzieri — varcavano i confini, verso la Germania, dove venivano acquistati e pagati al prezzo di semilavora­ti, senza essere sottoposti ai necessari trattament­i. «Il nostro intervento va anche a garanzia del mercato — spiega il comandante provincial­e della Finanza, Alessandro Nicola Serena — a tutela delle molte aziende che seguono le procedure in modo scrupoloso».

Oltre ai tre imprendito­ri destinatar­i delle misure cautelari, altri 22 (undici residenti in Veneto tra le province di Venezia, Vicenza, Padova e Treviso) sono stati segnalati a vario titolo per reati che vanno dall’attività organizzat­a per il traffico illecito dei rifiuti alla frode in commercio. A finire nei guai anche i responsabi­li delle aziende che effettuava­no i trasporti.

Al profilo penale se ne aggiunge uno fiscale, perché gli accertamen­ti si sono anche concentrat­i sull’illecita gestione di 8800 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi. A questo punto agli uffici regionali potranno provvedere a recuperare l’ecotassa per un valore di circa 90mila euro.

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