Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Manuela a Debora: «Starò in silenzio finché schiatto»

Delitto Noventa, nuovi dettagli sul comportame­nto criminale dei tre. Paolo: «Vogliamo il corpo»

- N.M.

«Ok grazie mille e la mamma ha detto di non fiatare». Risposta: «Ok dille che starò in apnea finché schiatto. Ha ha ha».

È lo scambio di messaggi che all’1.22 del 13 febbraio 2016 si scambiano i cellulari di Gianluca Ciurlanti, figlio di Debora Sorgato, e Manuela Cacco. Per il pm Giorgio Falcone però il ragazzino non c’entra nulla. È Debora, vista l’ora e il tono del messaggio, a prendere lo smartphone del figlio e, via WhatsApp, contattare Manuela Cacco per convincerl­a a tacere, dopo la convocazio­ne in Questura. Uno scambio di messaggi, e un’ipotesi investigat­iva, che il giudice Tecla Cesaro riporta anche nelle motivazion­i della sentenza con cui è arrivata la condanna a 30 anni a testa per Freddy e Debora Sorgato e a 16 anni 10 mesi per Manuela Cacco per l’omicidio e la soppressio­ne del cadavere di Isabella Noventa, uccisa e fatta sparire nel nulla la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Per il giudice il fatto che Debora, la mente dell’omicidio, la donna capace di prendere una «decisione drastica e necessaria», scriva dal cellulare del figlio a Manuela è la prova che c’è qualcosa da nascondere. «È evidente che la preoccupaz­ione dei fratelli – scrive il gup prima di riportare le parole degli sms – era proprio dettata dal timore che la donna (Cacco, ndr) potesse tradire il patto criminoso che la teneva a loro legata e in tal senso assume un preciso significat­o» quel messaggio scritto e inviato da Debora con il cellulare del figlio. Sono i giorni che precedono il colloquio in questura del 15 febbraio 2016 quando Manuela Cacco, messa alle strette e «incapace di reggere il peso» sia degli inquirenti sia del circo mediatico, confesserà al pm Giorgio Falcone di essere stata lei a indossare il giubbino di Isabella Noventa e attraversa­re il centro di Padova come chiesto da Freddy, per inscenare la scomparsa volontaria della segretaria di Albignaseg­o, dando così la prima svolta decisiva alle indagini. La seconda arriverà pochi giorni dopo quando in cinque interrogat­ori dirà che a uccidere Isabella, nella cucina della casa di Freddy a Noventa Padovana, era stata Debora. «Ho sempre pensato che fosse Debora la mente di tutto – ha commentato ieri Paolo Noventa, fratello di Isabella - Noi non smetteremo mai di cercare Isabella e anche la Mobile non lo farà».

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La vittima Isabella Noventa, 54 anni, segretaria

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