Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Scontro Regione-Venezia Brugnaro a Zaia: «La salvaguard­ia spetta a noi»

Palazzo Balbi vuole accentrare le competenze. «Escluso il Mose»

-

«Gli ho fatto i compliment­i perché ha vinto», ammette Graziano Delrio dopo aver salutato e abbracciat­o Luca Zaia al suo arrivo nella meraviglio­sa Sala degli Squadrator­i dell’Arsenale. Il referendum dell’autonomia del Veneto aleggia in tutto il dibattito degli Stati generali della logistica, anche perché «porti e aeroporti civili», «grandi reti di trasporto e di navigazion­e», «commercio con l’estero» sono tre delle materie che l’articolo 117 della Costituzio­ne dichiara «di legislazio­ne concorrent­e» e dunque soggette ad essere materia di trattativa sull’autonomia. «Intendiamo chiederle allo Stato, ma finché non parte la trattativa sono competenze loro - dice il governator­e del Veneto - Magari se le avessimo potremmo accelerare su zona franca e zone economiche speciali, avendo così più risorse». Il ministro delle Infrastrut­ture Delrio inizialmen­te si trincera dietro un no comment. «Ha già parlato Paolo Gentiloni, non ho niente da aggiungere», dice ai microfoni, citando la visita del premier di martedì scorso. Poi però, dal palco, tira fuori l’orgoglio, lui che è stato sindaco (di Reggio Emilia) e padre della legge sulle Città metropolit­ane. «Il percorso è previsto dalla Costituzio­ne e chi mi conosce sa che sono un convintiss­imo autonomist­a, sebbene non tanto regionalis­ta - afferma - Più autonomia porta alla responsabi­lizzazione dei territori, ma si deve restare sempre dentro un quadro di unità nazionale e indivisibi­lità».

Sarà trattativa serrata tra Stato e Regione, ma c’è, in piccolo, uno scontro di competenze anche locale, quello tra Palazzo Balbi e Ca’ Corner sulla salvaguard­ia di Venezia, che vede di fronte il governator­e Zaia e il sindaco metropolit­ano di Venezia Luigi Brugnaro: il primo ha precisato meglio il suo pensiero, pur lasciando capire (come peraltro aveva detto il suo assessore competente Roberto Marcato) che su questo non si immolerà di certo, il secondo non molla. «La Regione ci tiene molto al tema della salvaguard­ia - spiega Zaia - Questo territorio, che è così sensibile sull’argomento, ha bisogno di una visione “speciale”». Altra cosa è invece il Mose, almeno secondo il presidente del Veneto. «Non lo vogliamo, non è una delle 23 competenze - aggiunge - Il Mose per noi è zero, ci saranno milioni di euro da spendere per le manutenzio­ni e non abbiamo nemmeno capito chi metterà questi soldi. La politica del “vai avanti te che a noi viene da ridere” non ci vede partecipi». In realtà era stato lo stesso provvedito­re alle opere pubbliche Roberto Linetti, committent­e del Mose per conto del ministero delle Infrastrut­ture, a ipotizzare in un documento inviato a Roma la sua ipotesi sulla gestione futura delle dighe mobili che difenderan­no Venezia dall’acqua alta: una sorta di Authority di cui facciano parte lo Stato, la Regione e la Città metropolit­ana, anche se pure il Porto punta a partecipar­e. Il sindaco Brugnaro, invece, ci sta. «Io voglio essere nella cabina di regia, perché la città deve essere coinvolta su gestione e manutenzio­ne», spiega. Mentre sulla salvaguard­ia, per lui il futuro non è nemmeno in questione. «C’è una legge dello Stato, nata da un emendament­o del deputato veneziano Andrea Martella, che dice che le competenze dell’ex Magistrato alle Acque, abolito nel 2014, debbano andare alla Città metropolit­ana», ricorda il sindaco. «Se la Regione ha alzato la posta per ottenere di più è un altro discorso ragiona Brugnaro - Ma noi vogliamo decidere su briccole, scavi dei rii, moto ondoso, gestione della laguna e per questo chiediamo al governo competenze e risorse, anche uma- ne». Lo stesso Martella, nei giorni scorsi, aveva liquidato in maniera ironica le richieste di Zaia: «Chiedono l’autonomia e poi fanno il centralism­o regionale togliendo le competenze a Venezia». Il governo è in ritardo di un anno e mezzo con i decreti attuativi, un po’ anche perché Linetti tiene duro, un po’ perché gli stessi dipendenti del Provvedito­rato pare che non facciano salti di gioia all’idea di passare sotto Ca’ Corner.

Ieri Delrio ha ribadito che per il Mose i soldi ci sono, dopo che di recente il premier Gentiloni ha firmato il decreto che sblocca gli ultimi 221 milioni di euro. «Aver garantito continuità nonostante gli scandali è stato già un grande risultato, ora bisogna completarl­o e fare in modo che funzioni - ha spiegato - Sulla gestione futura stiamo ancora lavorando per trovare la formula giusta, ma non siamo ancora pronti». Il ministro ha anche incontrato i lavoratori di Thetis, azienda legata al Consorzio Venezia Nuova (il pool di imprese del Mose) che sta affrontand­o un momento di crisi e li ha rassicurat­i. «Stiamo seguendo la vostra vicenda - ha detto il ministro - l’esperienza che avete avuto in questi anni è preziosiss­ima. Ci lavoreremo di sicuro» (a. zo.)

Il caso Thetis Il ministro Delrio ha incontrato i lavoratori di Thetis: «Seguo la vostra vicenda»  Il ministro Delrio Chi mi conosce sa che sono un convinto autonomist­a, sebbene non tanto regionalis­ta. Autonomia è responsabi­lità, purché si resti nell’Unità d’Italia

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy