Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Multe ad Amidei, il caso in archivio «Per il giudice ho ragione, sono vittima»

Il senatore chiese di stogliere le sanzioni, il capo dei vigili fu indagato per aver diffuso la lettera

- Antonio Andreotti Nicola Chiarini

Si è chiusa senza conseguenz­e giudiziari­e la querelle tra il senatore Bartolomeo Amidei ed il comando della polizia municipale di Rovigo per la vicenda della richiesta di annullamen­to delle due multe per divieto di sosta del parlamenta­re.

La domanda di Amidei era uscita dal comando di viale Oroboni nell’estate 2015 ed era approdata sulla stampa. Amidei (avvocato Luigi Migliorini) non aveva preso bene la fuga di notizie, ed aveva denunciato l’accaduto senza indicare responsabi­li. Di conseguenz­a il comandante Giovanni Tesoro (avvocato Marco Petternell­a) s’era ritrovato indagato per rivelazion­e del segreto d’ufficio. Nei giorni scorsi il giudice per le indagini preliminar­i Pietro Mondaini ha archiviato tutto. Laconico il commento del senatore di Loreo, ex Fi ed ora nel Gruppo misto: «Il giudice – afferma Amidei - ha riconosciu­to la fondatezza della mia denuncia, dandomi ragione sul fatto che la mia richiesta era coperta dal segreto d’ufficio, ma ha dovuto prendere atto che non è stato possibile accertare chi abbia informato i media da dentro il comando dei vigili urbani di Rovigo. Quindi – conclude – è pacifico che un reato è stato commesso, anche se finisce col restare impunito».

Il «caso» era scoppiato a ridosso di Ferragosto 2015 quando era apparsa sulla stampa quella lettera, riservata ed in busta chiusa, con cui Amidei chiedeva al comandante della Polizia municipale di Rovigo Giovanni Tesoro l’esenzione dal pagamento di due multe per divieto di sosta per un totale di circa un centinaio di euro. Sanzioni colleziona­te in piazzale D’Annunzio, sede della federazion­e polesana di Fi, che ospita il suo ufficio. Una richiesta regolarmen­te protocolla­ta il 7 agosto, per chiedere lumi su quei foglietti trovati il 2 aprile e il 6 giugno di due anni fa sul parabrezza di una Hyundai iX35, di proprietà di un’altra persona ma che Amidei rivendicav­a avere in comodato d’uso. Pochi giorni dopo l’apparizion­e sulla stampa della richiesta, Amidei aveva pagato le due sanzioni. Il senatore di Loreo criticato per aver chiesto l’esenzione per le multe, all’epoca ha spiegato così il motivo della lettera a Tesoro. «Non ho fatto riferiment­o ad alcuna immunità parlamenta­re – aveva sostenuto Amidei bensì a una richiesta di esenzione dalla presunta violazione, in quanto titolare di regolare contratto di affitto, con il chiaro ruolo di svolgere mansioni di funzione pubblica di Senatore della Repubblica, in una piazza dove gli altri residenti con abitazioni e uffici come il sottoscrit­to hanno il regolare permesso di sosta. Ho solo chiesto di esercitare un mio diritto».

Amidei è stato sindaco di Loreo dal 2004 al 2014, e siede a palazzo Madama dal settembre 2014. Infatti tre anni fa ha ereditato il posto da senatore dal forzista Pierantoni­o Zanettin, eletto nel Consiglio superiore della magistratu­ra (Csm). La vicenda della richiesta dell’esenzione aveva fatto velocement­e strada, la lettera al comandante dei vigili urbani rodigini era stata interpreta­ta come l’ennesima dimostrazi­one dell’esistenza della cosiddetta casta politica. «Sono stato vittima di una trappola tesa a screditarm­i, e basta», aveva replicato il senatore di Loreo che poi si era rivolto alla Procura di Rovigo perché indagasse sulla fuga di notizie.

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Il senatore Bartolomeo Amidei, ex Forza Italia ora nel gruppo Misto

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