Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Profughi, dimezzati gli arrivi

Centinaia in meno negli hub. Ma a Bagnoli si incendia una palazzina: quattro feriti

- Nicolussi Moro

Rispetto all’anno scorso gli arrivi dei profughi nel Veneto si sono dimezzati: tra gennaio e dicembre 2106 erano 10.462, nello stesso periodo del 2017 risultano 5375. Se gli invii da parte del Viminale si sono ridotti è perchè ci sono meno sbarchi, anche in seguito agli accordi con la Libia, e ciò ha consentito alle prefetture di alleggerir­e gli hub di Cona e Bagnoli. Proprio in una palazzina della ex base militare di Bagnoli è divampato un incendio dalla presa elettrica usata per la ricarica dei telefonini. Quattro feriti.

Sarà per una maggiore distribuzi­one in Europa, per gli accordi con la Libia o perché gli sbarchi si riducono e aumentano invece gli extracomun­itari che varcano le frontiere in aereo, nascosti nei camion o addirittur­a a piedi. Fatto sta che nel giro di un anno i profughi sbarcati sulle coste italiane e poi smistati dal Viminale in tutte le regioni sono drasticame­nte diminuiti. Ed è la prima volta dal 2014, quando è iniziata l’emergenza. Il ministero dell’Interno segnala un 30% in meno di arrivi dal primo gennaio a ieri rispetto allo stesso periodo del 2016: 111.240 contro 158.164. Nel Veneto la percentual­e arriva a sfiorare il 50%: i richiedent­i asilo reduci dai barconi e approdati qui da gennaio sono 5375, a fronte dei 10.462 registrati nei primi dieci mesi dell’anno scorso.

Di conseguenz­a sono scese anche le «attivazion­i», cioè gli invii da parte del Viminale: erano state 175 nel 2015, 187 nel 2016 e 90 nel 2017, fino a ieri. «Gli ultimi due invii risalgono a settembre — conferma Sebastiano Cento, prefetto vicario a Venezia — e parliamo di 17 persone. Niente a che vedere con i gruppi di 50 richiedent­i asilo a volta accolti nei mesi caldi. Numeri più contenuti ci consentono di lavorare meglio e di alleggerir­e gli hub. Dal 4 luglio a oggi il centro di Cona è passato da 1411 a 1129 presenze, per esempio. A dire il vero hanno lasciato l’ex caserma 566 profughi, ma alcuni sono stati sostituiti con altri».

L’ex base aeronautic­a di Bagnoli, altro «punto caldo» dal 2015 al centro di proteste di sindaci, cittadini e degli stessi migranti, è scesa invece da 800-900 ospiti (ma ha toccato punte di mille) a 600. In più sono stati ricollocat­i nel resto d’Europa, come da loro richiesto, 24 eritrei alloggiati sempre a Cona e 28 eritree sistemate a Dolo e a San Stino. Nel nuovo polo di accoglienz­a di Portogruar­o sono infine rimasti in 28, proprio perché è scemata l’esigenza di trovare posto a grandi numeri. «Vale per tutti i grossi centri — aggiunge il prefetto vicario — stiamo riuscendo a svuotarli un po’».

Il Viminale attribuisc­e il calo degli sbarchi (che ha segnato l’acuto in agosto, con un -85%) al confronto avviato con la Libia, sia con il governo presidenzi­ale di Fayez Al-Serraj sia con i sindaci del Fezzan (il Sud del Paese), ricevuti il 26 agosto dal ministro Marco Minniti a Roma. Solo in quei giorni la Marina militare libica ha intercetta­to e riportato a terra prima 700 migranti che tentavano di attraversa­re il Mediterran­eo, poi altre due imbarcazio­ni con 290 persone a bordo e infine una terza barca che trasportav­a 164 profughi è stata fermata al largo di Sabrata.

Con l’aiuto dell’Italia, inoltre, nei mesi scorsi sono state intercetta­te due imbarcazio­ni rispettiva­mente con 88 e 134 «passeggeri».

Se gli arrivi si dimezzano, non si riduce però il numero dei migranti complessiv­amente presenti nel Veneto, tra nuovi arrivati ed extracomun­itari già qui da tempo e in attesa del riconoscim­ento dello status di profugo: al momento sono 13.329 (nel 2016 erano circa 200-300 in meno).

La cifra include i disperati sopravviss­uti ai barconi, quelli che hanno rischiato la vita nascondend­osi in container, convogli merci e tir, i migranti riusciti a superare le frontiere in aereo, in treno o a piedi e i 579 soggetti inseriti dai Comuni nei Progetti Sprar, il Servizio di protezione per richiedent­i asilo e rifugiati finanziato dal ministero dell’Interno e che prevede l’accoglienz­a diffusa. Ovvero 3 profughi per mille abitanti, come stabilisce l’accordo firmato l’anno scorso da Angelino Alfano, allora ministro dell’Interno, con l’Anci.

Il protocollo prevede pure un bonus di 500 euro a migrante per i Comuni che accolgono i richiedent­i asilo: al Veneto spettano 7.557.374 euro. A Verona ne sono stati assegnati 1.422mila; a Padova 1.389.309; a Venezia 1.364.770; a Treviso 1.329.267; a Vicenza 1.280.913; a Rovigo 389.266; a Belluno 320.048.

Cona e Bagnoli hanno già ricevuto rispettiva­mente 302.372 e 470.876 euro.

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Bagnoli Il rogo per il corto circuito di un cellulare
 ??  ?? L’incendio I vigili del fuoco hanno lavorato un’ora e mezza per spegnere le fiamme divampate all’interno di una camerata del centro di accoglienz­a a Bagnoli
L’incendio I vigili del fuoco hanno lavorato un’ora e mezza per spegnere le fiamme divampate all’interno di una camerata del centro di accoglienz­a a Bagnoli

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