Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Medici e impiegati, fuga dalle Usl per l’Azienda Zero

- di Michela Nicolussi Moro

PADOVA Tutti pazzi per l’Azienda Zero. Deve ancora aprire i battenti ed è già al centro di un caso: nei mesi scorsi era partito l’allarme da parte di consiglier­i regionali dell’opposizion­e che denunciava­no «lo scippo di dipendenti alle Usl con l’obiettivo di travasarli nella nuova struttura». Poi era stata la volta dei sindacati, che l’hanno bollata come «un carrozzone capace di drenare 5 milioni di euro l’anno» e di costringer­e a trasferte chilometri­che operatori spostati dal proprio posto di lavoro. Erano addirittur­a partite diffide a qualche direttore generale, «reo» di aver avallato la scelta di Palazzo Balbi. Ora invece si scopre che c’è una fila di mille profession­isti della sanità, tra medici, infermieri, farmacisti e amministra­tivi desiderosi di lasciare le Usl nelle quali prestano servizio per approdare all’Azienda Zero.

Dalla Regione confermano: si sono chiusi i bandi e sono emerse mille domande di trasferime­nto. L’Azienda Zero, che ha sede a Padova, a regime conterà 450 dipendenti: 200 nella Casa Rossa, in ristruttur­azione e disponibil­e dal settembre 2018, e altri 250 nella sede della Regione in passaggio San Gaudenzio. Ora una commission­e di tecnici regionali presieduta dal commissari­o Mauro Bonin dovrà selezionar­e i primi 120, che entreranno in servizio il primo gennaio 2018. Poi gradualmen­te arriverann­o gli altri.

L’80% del personale sarà rappresent­ato da amministra­tivi, ma l’Azienda Zero ingloberà anche parte del Dipartimen­to di Prevenzion­e (quella attinente a screening ed epidemiolo­gia), oltre al Ser (Servizio epidemiolo­gico regionale). Si occuperà poi di personale, concorsi, gare d’appalto, contenzios­i, informativ­a, logistica, controlli ai privati accreditat­i e gestirà il servizio ispettivo. Tutte funzioni dalle quali le Usl saranno liberate, ecco perchè i dipendenti che perderanno non verranno sostituiti.

L’Azienda Zero è, insieme alla riduzione delle Usl da 21 a 9, il perno della riforma della sanità approvata giusto un anno fa dal Consiglio regionale. Secondo quanto spiegato dal governator­e Luca Zaia, accentrare nella nuova struttura le funzioni amministra­tive oggi svolte dalle Usl ognuna con i propri uffici (personale, legale, stampa, gare), che sono poi dei doppioni, significhe­rà risparmiar­e 70-80 milioni di euro l’anno. Soldi da reinvestir­e in servizi al cittadino. Quanto alle Unità sociosanit­arie locali, a loro resterà il compito di organizzar­e i servizi sanitari ospedalier­i e i percorsi assistenzi­ali sul territorio. Insomma, si dedicheran­no interament­e alla cura dei pazienti.

C’è poi un’altra grande novità. Per ovviare alla carenza di camici bianchi, preoccupan­te soprattutt­o per medici di famiglia e di Pronto soccorso, anestesist­i, pediatri e ortopedici, la commission­e che tratterà i temi dell’autonomia col governo proporrà l’assunzione da parte delle aziende sanitarie di nuovi dottori subito dopo la laurea. Gli stessi potranno svolgere la specializz­azione negli ospedali delle Usl di riferiment­o e quindi entreranno in servizio con cinque anni d’anticipo.

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Al lavoro Molti infermieri hanno chiesto il trasferime­nto all’Azienda Zero

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