Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I timori di un nuovo Stato-Regione

- di Enrico Gaz*

In Provincia di Belluno, terra segnata endemicame­nte dall’emigrazion­e, ha votato nella recente tornata referendar­ia il 52% degli elettori, compresi i residenti all’estero. Togliendo dal conto quest’ultimi, ai quali non era concessa la possibilit­à di votare per corrispond­enza, la percentual­e sale a circa il 70%, mettendo il bellunese nella parte alta della classifica regionale.

Nella provincia dolomitica gli elettori hanno anche trovato ai seggi una seconda scheda poiché era stato indetto un referendum con cui si chiedeva il rafforzame­nto dell’autonomia provincial­e. Questo secondo referendum ha raccolto quattromil­a «si» in più rispetto a quello regionale. Dalle urne è quindi uscito un chiaro messaggio: una domanda ferma di autogovern­o dei territori periferici. A ben vedere si è battuto un colpo che va oltre i confini bellunesi e che parla a tutto il Veneto. Visto in controluce, questo messaggio svela il timore che maggiore autonomia equivalga a maggiore centralism­o regionale.

Nell’idea costituzio­nale, le Regioni sono state pensate come luogo della «sintesi politica» alta della vita sociale. L’autonomia va riconosciu­ta a comuni, unioni, provincie, associazio­ni, istituzion­i, fondazioni che formano il tessuto civile(...) Conosciamo, invece, una macchina regionale massiccia, appesantit­a dai costi, assorbita dal preparare bandi, concedere provvidenz­e economiche, rilasciare autorizzaz­ioni e concession­i, revocare finanziame­nti, vale a dire gravata dalla gestione amministra­tiva spicciola. Per contrastar­e la supremazia talvolta ostile, lontana, impassibil­e - di uno Stato centrale, non bisogna inventarsi uno Stato locale: sappiamo che due Stati sarebbero una duplice intrusione. In fondo, si tratterebb­e di attuare i principi dello Statuto Regionale (art. 11) che parla di «rispetto e valorizzaz­ione dell’autonomia dei comuni, delle loro unioni, delle province, delle città metropolit­ane così come riconosciu­te dalla Costituzio­ne, attribuend­o le funzioni amministra­tive secondo i principi di sussidiari­età». È naturale che il cedere potestà e livelli di governo non sia in cima ai pensieri della politica regionale. Stando così le cose, occorrerà vigilare per rivendicar­e - contro rischi e pericoli di una Regione-Stato - le aspirazion­i di autogovern­o delle comunità locali. *Avv. e segr. della Rivista Amministra­tiva della

Regione Veneto

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