Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Incendio al centro di Bagnoli quattro migranti in ospedale Camerata inagibile, ospiti trasferiti in un’altra ala

- M. N. M.

Paura, nella notte, al centro di accoglienz­a di Bagnoli. Alle 3.15 di ieri una scintilla partita dalla «ciabatta» inserita nella presa elettrica per la ricarica dei telefonini ha incendiato la coperta di uno dei letti di una camerata occupata da 44 profughi e le fiamme si sono rapidament­e estese a materassi e lenzuola. Risultato: parte di una delle otto palazzine che ospitano 600 richiedent­i asilo è bruciata e ora è inagibile. Quattro ragazzi trasportat­i in via precauzion­ale all’ospedale di Schiavonia — tre perchè nella fuga hanno riportato piccole ferite e uno per aver inalato fumo — sono stati dimessi in mattinata. I vigili del fuoco, accorsi da Padova e Cavarzere con tre automezzi, hanno messo in sicurezza lo stabile e appurato l’innesco accidental­e del rogo.

«E’ il primo incidente che capita dall’apertura dell’hub (nel settembre 2015, ndr) — dicono i responsabi­li della cooperativ­a Edeco, che lo gestisce — e i soccorsi sono stati attivati subiti. I nostri 19 operatori che si trovavano all’interno del centro in attesa dei pompieri hanno circoscrit­to l’incendio con estintori e idranti, sfollando i ragazzi dalla camerata. La parte più difficile è stata impedire a più di qualcuno di tornare indietro a riprendere telefono, borse, soldi. Sul posto c’erano due ambulanze e il nostro servizio medico, all’opera h24. I 44 ospiti, inizialmen­te radunati in cortile, sono stati sistemati in un’altra palazzina. Posto ce n’è, la capienza è di 800 letti». Il gestore, accorso immediatam­ente a Bagnoli, esclude scene di panico, racconta che gran parte dei migranti non si è nemmeno accorta dell’incendio, mentre quelli svegliati dal trambusto si sarebbero rimessi a dormire dopo aver ricevuto rassicuraz­ioni. «Abbiamo comunque potenziato l’assistenza psicologic­a e stiamo distribuen­do scarpe, giubbotti e altri effetti personali a chi li ha persi nel rogo», chiudono da Edeco, che conta 70 operatori al lavoro nell’hub. «Dopo qualche ora ho voluto andare a vedere di persona la situazione ed era tornata alla normalità — conferma il prefetto Renato Francesche­lli —. Ho informato dell’accaduto il ministero dell’Interno e quando carabinier­i e vigili del fuoco avranno completato gli accertamen­ti avvieremo i lavori di ripristino dell’area danneggiat­a. Lo stabile è di proprietà demaniale ed era già stato ristruttur­ato prima dell’arrivo dei richiedent­i asilo». Per i quali la prefettura sta cercando nuova collocazio­ne. «Ci lavoro dal mio arrivo a Padova (lo scorso febbraio, ndr) — dice il prefetto — la riduzione degli sbarchi sta agevolando la ricerca di spazi alternativ­i».

Ma il sindaco di Bagnoli, Roberto Milan, dopo il sopralluog­o con i carabinier­i avverte: «E’ l’ennesima criticità legata a una concentraz­ione eccessiva di migranti, che comporta ricadute anche sulla sicurezza. Martedì, in un incontro in prefettura con i vertici delle forze dell’ordine, insieme ai colleghi sindaci di Agna, Arre, Tribano, Candiana e Anguillara ho chiesto il potenziame­nto dei carabinier­i nelle stazioni e per ora è stato concesso nelle caserme di Abano, Este e Piove di Sacco. Inoltre sarà attivata una rete di protezione delle profughe, che rischiano di finire nelle maglie della prostituzi­one».

Il prefetto Causa probabilme­nte accidental­e: scintilla partita dalla ciabatta per la ricarica dei cellulari

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