Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Galan e l’imprenditore: fine di un’amicizia (per 2mila euro)
L’amicizia tra l’ex potentissimo finito nella polvere e l’imprenditore che gli aveva teso una mano, è finita nel peggiore dei modi, tra accuse reciproche. Protagonisti della vicenda, sono Giancarlo Galan, che ha patteggiato per le tangenti del Mose, e l’imprenditore Sergio Viscioni, che nell’ottobre del 2015 mise disposizione dell’ex governatore del Veneto un rustico a Rovolon dopo la confisca di villa Rodella a Cinto Euganeo. Per 15 mesi, Galan ha vissuto nella casa dell’amico (lui si trovava all’estero) con la sua famiglia. Fino alla scorsa primavera, quando ha fatto i bagagli per trasferirsi nell’abitazione dei suoceri, di nuovo a Cinto. Ora viene fuori che Viscioni accusa l’ex governatore di non avergli versato circa duemila euro di spese, come da accordi presi durante il periodo di «ospitalità». «Mi sento di essergli solo servito in un momento in cui era in grosse difficoltà», ha detto l’imprenditore.
Giancarlo Galan, da parte sua, nega di essersi approfittato dell’(ex) amico: «Non mi ha prestato la casa gratis, pagavo 1.500 euro al mese di affitto, in parte in nero. Alla fine pretendeva pure quei duemila euro, ma io ho fatto eseguire dei lavori nell’abitazione...».
In attesa che i due trovino un accordo, resta l’immagine desolante dell’ex uomo più potente del Veneto ridotto - dopo la sanzione milionaria seguita alla condanna per corruzione - a litigare per poche migliaia di euro. «Sto benissimo - ha assicurato ieri Galan - mia moglie ha un lavoro e riusciamo a mantenerci. Ma c’è chi pensa di spillarmi denaro sfruttando l’impatto del mio nome sui giornali...».