Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

In bici da Verona a Venezia: viaggio tra i tesori senza cartelli

- Di Edoardo Bus

Nei giorni scorsi, con un gruppo di amici appassiona­ti della bicicletta. abbiamo avuto la fortuna e la capacità di percorrere i 142 chilometri che dividono Verona da Venezia attraverso l’Itinerario 1, tracciato per ciclisti.

Una meraviglia, un tripudio di colori e di emozioni, passando per capolavori della natura e dell’uomo come il Lago di Fimon con le sue ninfee tra i colli Berici, il corso del Bacchiglio­ne a sud di Padova, la Riviera del Brenta e la magnifica Villa Pisani. Un corridoio ambientale che permette di attraversa­re il Veneto, percorso insieme agli Amici della Bicicletta (FIAB), con una ciclo escursione attraverso strade secondarie, piste ciclabili, tratti sterrati.

Un gioiello poco conosciuto ai veneti, ma molto richiesto e praticati dai turisti, molti dei quali tedeschi, data anche la vicinanza con il Lago di Garda e la meraviglio­sa ciclabile che arriva dalla Germania traverso il Trentino Alto Adige.

E qui arrivano le dolenti note. Infatti rispetto alle buone abitudini del nord Europa, le piste ciclabili in sede propria sono poche, la segnaletic­a è scarsa e non uniforme, la manutenzio­ne latita ed i servizi sono quasi assenti. Perché pedalando in Trentino Alto Adige si trovano bellissimi e confortevo­li «bicigrill» ed in Veneto praticamen­te non ne esistono?

Sorgevano queste domande davanti allo spettacolo unico di Villa Pisani a Stra , una villa patrizia settecente­sca, che si trova lungo il percorso e potrebbe essere visitata da molti turisti in più di quanti la raggiungon­o oggi. L’estate scorsa abbiamo percorso in bicicletta in sei giorni i 345 chilometri che dividono Parigi da Londra, grazie all’ottima organizzaz­ione di Girolibero, brillante azienda vicentina. Un itinerario stupendo, che tocca fiumi, castelli, cattedrali, foreste. Perfettame­nte indicato, servito, manutenuto. Una fonte di ricchezza per i paesi «minori» toccati dal percorso.

Perché non può essere così anche da noi? Possibile che il Veneto dei campanili abbia troppo spesso la meglio su una visione ed un sentire comuni?

Circola in rete, su internet, una documentat­a ricerca: «Veneto in bicicletta». Qui sono scritte alcune parole chiave che gli amministra­tori pubblici e gli operatori turistici dovrebbero mandare a memoria.

«Collaborar­e per competere»; «Una opportunit­à di marketing territoria­le»; «Un modo per scoprire e valorizzar­e anche le zone più remote del territorio»; «il cicloturis­mo è un turismo di qualità».

Ecco. La strada che unisce due tra le città italiane in assoluto più visitate, ovvero Verona e Venezia, non ha nulla da invidiare a quella che unisce Parigi a Londra. Basta valorizzar­la e farla conoscere, innanzitut­to alla popolazion­e locale. La domanda da parte del mercato internazio­nale è forte, assecondia­mola.

(@EdoardoBus)

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Un’avventura sulle due ruote Gli amici della bicicletta partiti da Verona. A sinistra: Villa Pisani a Stra

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