Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La strage di Bologna e il «pizzino» di Maggi «Date i detonatori agli amici di Cavallini»
L’ORDIGNO ALLA STAZIONE I LEGAMI CON LA DESTRA VENETA L’indagine lega ordinovisti e Nar. La notte a Treviso prima della bomba e il piano per uccidere Stiz
di Fioravanti che sapeva di poter contare sull’appoggio logistico che Cavallini avrebbe potuto offrirgli a Treviso». Un altro neofascista, interrogato, raccontò che «l’omicidio sarebbe stato preceduto da un attentato di eccezionale gravità, che avrebbe “riempito le pagine dei giornali” nella prima settimana di agosto».
Il gup di Bologna fa seguire la «disponibilità di armi ed esplosivo» di Cavallini con «i comprovati rapporti con Carlo Digilio, responsabile del tiro a segno di Venezia». Una certa importanza riveste quindi il «pizzino» scritto in quegli anni da Carlo Maria Maggi e riscoperto ora dalla procura tra i documenti di un altro processo, nel quale si legge: «I D. del Tsn possiamo farli avere agli amici di G.C. a parziale piccolo indennizzo di quello che hanno perso». Secondo le ricostruzioni, «D» starebbe per «detonatori» e «Tsn» per «Tiro a segno nazionale», quello che Digilio gestiva al Lido. «G.C.», infine, sarebbe proprio Gilberto Cavallini. Tesi smentita dall’avvocato Mattia Finarelli, che difende il 66enne. Ma per l’accusa, in questo foglietto (ne è spuntato anche un secondo: «È venuto un emissario di G.C.») starebbe la prova che Ordine Nuovo era pronto a fornire esplosivi ai Nar.
Stando alla procura di Bologna, Fioravanti, Mambro e Ciavardini sarebbero arrivati in Veneto la notte tra il 31 luglio e l’1 agosto 1980, il giorno prima della strage. Cavallini li avrebbe ospitati a Villorba, dove viveva con la compagna, fornendo l’Opel Kadett sulla quale si sarebbero spostati tra Padova e Venezia, utilizzandola anche nel viaggio verso Bologna, in tempo per piazzare la bomba alla stazione.
Disponendo il rinvio a giudizio dell’ergastolano, il giudice ritiene «sostenibile» non soltanto la tesi dell’esistenza di «strettissimi vincoli di militanza armata all’epoca intercorrenti tra Cavallini e Fioravanti» e della «compresenza relativamente stabile dei quattro nel medesimo luogo (il Veneto, ndr) nel periodo immediatamente precedente e successivo alla strage» ma anche – ed è questo l’elemento che potrebbe riscrivere la genesi della strage – dell’ipotesi che «i rapporti tra Cavallini con ambienti della destra eversiva veneta (Ordine Nuovo, ndr) e romana (il gruppo rivoluzionario di Fioravanti, ndr) , ne facevano elemento di collegamento tra i due ambienti».