Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Via il regolament­o anti-elemosina Giordani: «Multe inutili e crudeli»

Il sindaco annuncia la modifica dell’articolo 10 voluto da Bitonci, plauso della Diocesi

- Davide D’Attino

Non conosce sosta l’opera di «de-bitoncizza­zione» di Palazzo Moroni da parte del sindaco Sergio Giordani.

Dopo la sostituzio­ne del segretario generale del Comune (Giovanni Zampieri al posto di Lorenzo Traina) e del comandante dei vigili (Lorenzo Fontolan al posto di Antonio Paolocci), dopo il ritorno della Fiera delle Parole e della Biennale Cappochin, dopo la riapertura fino alle 22,30 dei kebabbari della zona stazione e dell’Arcella e in particolar­e dopo lo stop del nuovo ospedale a Padova Est, il primo cittadino si appresta a modificare anche il regolament­o di Polizia Urbana. Nello specifico, Giordani intende correggere l’articolo 10 del regolament­o relativo all’accattonag­gio che a ottobre 2014 l’allora sindaco leghista Massimo Bitonci aveva fatto modificare in questo modo: «È vietata la richiesta di elemosina sulle aree pubbliche o aperte al pubblico... In tutto il territorio comunale, è vietato chiedere l’elemosina con petulanza o molestia o esponendo cartelli od ostentando menomazion­i fisiche o con minori e/o animali al seguito. Le violazioni comportano la sanzione amministra­tiva pecuniaria di 50 o 100 euro e quella accessoria della confisca del denaro che costituisc­e il prodotto della violazione».

Un provvedime­nto, quello dell’ex senatore del Carroccio, che aveva scatenato la reazione indignata non solo del centrosini­stra e delle tante associazio­ni impegnate nel sociale, ma anche e soprattutt­o della Chiesa. Tanto che, proprio in quei giorni di tre anni fa, l’allora vescovo monsignor Antonio Mattiazzo, sul settimanal­e diocesano La Difesa del Popolo, aveva scandito: «A rovinare Padova non sono certo qualche decina di mendicanti. Non illudiamoc­i che, togliendol­i dalla strada, si sia risolto il problema dei poveri della città. E non mettiamo la polvere sotto il tappeto per poi dire che abbiamo fatto pulizia».

Insomma, le modifiche che ha in mente Giordani sembrano proprio aver l’obiettivo di compiacere la Curia. «E’ giusto sanzionare i comportame­nti scorretti – fa sapere il sindaco – ma toglieremo il divieto alla semplice richiesta dell’elemosina, voluto da chi c’era prima di noi, anche quando questo avviene in forma dignitosa e senza arrecare disturbo a nessuno. La povertà non può essere una colpa. E i poveri non possono essere i nemici da combattere».

Quindi, riferendos­i alla proibizion­e tout court introdotta da Bitonci, l’ex presidente di Interporto e Calcio Padova sottolinea: «Si è trattato di un provvedime­nto privo di buon senso, propagandi­stico, cattivo e inutile poiché inapplicab­ile di fatto. Padova, città aperta e solidale, deve riflettere sulle sue vere radici. Criminaliz­zare chi ha perso tutto è lontano dalla storia della nostra comunità – evidenzia il sindaco – La quale invece è una capitale del volontaria­to da cui sono partite esperienze concrete di solidariet­à che ancora oggi rappresent­ano baluardi contro le diseguagli­anze, come ad esempio la Caritas».

Il sindaco Si sanziona soltanto chi è molesto. La povertà non può essere una colpa: i poveri non sono nemici da combattere

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