Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La conferma di Visco, il fair play istituzionale e i soci finiti sul lastrico
La conferma di Ignazio Visco a governatore di Banca d’Italia offre l’occasione per svolgere alcune considerazioni. Soprattutto perché – con i suoi delicati profili istituzionali s’inserisce nel contesto di un disastro economico, che ha messo sul lastrico quasi 220 mila tra famiglie e piccole imprese. Un disastro i cui effetti nocivi (soprattutto in Veneto) non sono ancora finiti, per le tante espropriazioni e i fallimenti che ancora ne deriveranno.
Alla base dei dubbi sulla conferma di Visco c’era il diffusissimo convincimento che le cause delle crisi bancarie fossero, in vario modo, riconducibili non solo ai materiali autori di cattive gestioni, ma anche (e soprattutto) a gravi carenze strutturali del sistema e alla criticità dell’operato della vigilanza, mai intervenuta con adeguatezza.
Le funzioni che l’ordinamento (a partire dalla legge istitutiva del 1936) attribuisce a Banca d’Italia rientrano in poteri di indirizzo e vigilanza. Con i primi, l’istituto centrale si ritiene legittimato a intervenire nelle crisi, indicando, fra quelle di elevato standing, le banche capaci di assorbire gli istituti in difficoltà; con i secondi esercita un controllo sugli intermediari, per prevenire la crisi.
Il risanamento di quelli in crisi passa anche per piani di fusione, autorizzati e spesso suggeriti (o caldamente raccomandati) proprio dalla banca centrale. Fra i tanti, è rimasto come massimo esempio di miopia quella di Veneto in Popolare di Vicenza, insistentemente voluto dalla vigilanza e, fortunatamente, rimasto senza esito. Anche perché gli stress test europei dell’ottobre 2014, hanno rivelato che, tra le due, proprio Vicenza era la più debole (anche se, improvvidamente, Bpvi era stata indicata come meritevole di svolgere il ruolo aggregante pure per Etruria). Dunque non si può dimenticare che la banca centrale ha commesso clamorosi errori non solo sulla vigilanza, ma anche nei compiti di indirizzo.
È in questo quadro che i cittadini devono valutare la vicenda della riconferma del governatore Visco. Egli aveva sempre rassicurato che il sistema bancario era solido, anche se così non era; aveva sempre assolto il suo apparato di vigilanza, nonostante le evidenti falle, di cui tutti ora mostrano di esser consapevoli; non ha mai manifestato un vero rammarico per il dramma di migliaia di disperati, messi sul lastrico da quel sistema che proprio l’istituto da lui guidato avrebbe dovuto proteggere. Sono stati dunque commessi molti errori che hanno minato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e creato gravi conseguenze per risparmiatori e mercato.
In questi giorni non c’è stato uomo politico che, in diversa misura, non abbia manifestato riserve (quantomeno) sull’efficienza della vigilanza di Banca d’Italia. E allora ci si deve chiedere perché mai sia montata un’indignazione per la «mozione» presentata dal Pd, che ha espresso riserve sull’opportunità di confermare il governatore. Ha scosso il governo, facendo indignare protagonisti della scena politica, da Napolitano a Dini, per lo strappo istituzionale, la forzatura dei regolamenti parlamentari e l’asserito attacco all’indipendenza di Banca d’Italia.
Singolare che nessuno abbia invece avuto un pensiero per le migliaia di cittadini che in un sol colpo – anche per le colpevoli distrazioni della vigilanza di Bankitalia – sono finiti sul lastrico. Essi non hanno dubbi che le istituzioni vanno salvaguardate e che la loro indipendenza sia un valore irrinunciabile per il Paese. Ma si domandano anche perché mai non possa essere messa in discussione, se non nelle forme sacrali previste dai regolamenti, la composizione di quell’Authority – pur in sé indipendente – che non è stata all’altezza del suo compito e non li ha difesi. I cittadini sono indignati non per la lesione degli equilibri politici o la violazione del fair play istituzionale, ma per la povertà che il sistema bancario, non adeguatamente controllato da Bankitalia, ha loro inflitto. Il vero scandalo è questo: la spoliazione economica di migliaia di persone, famiglie, imprese, seguita dalle lacrime di coccodrillo di tutti. Visco compreso.
*ex presidente Tribunale di Treviso