Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Belcaro è di nuovo nei guai: dopo due accuse di violenza spuntano foto hot di minori
Il figlio della stilista Rosy Garbo è accusato di pedopornografia
Rewind: ancora una modella che denuncia e ancora un processo all’orizzonte per Mauro Belcaro, 35 anni, fashion designer, fondatore del marchio Doc, figlio della più nota stilista Rosy Garbo, di nuovo accusato di violenza sessuale durante un provino per fotomodelle.
Una storia identica a quella che a luglio 2016 era costata a Belcaro – difeso dalla penalista Paola Rubini - una condanna a un anno e mezzo in abbreviato, pena sospesa. Una storia che però si è ripetuta a nemmeno sei mesi di distanza da quella sentenza, come raccontato da una padovana ventiseienne, studentessa e aspirante modella. Era stata lei a denunciare Belcaro sul finire del 2016, dando il via ad un’inchiesta che sembra non volersi stoppare alla sola procura di Padova. Nel firmare la conclusione delle indagini infatti, il sostituto procuratore Roberto Piccione ha trasmesso parte del fascicolo ai colleghi della distrettuale di Venezia che hanno aperto una seconda inchiesta parallela accusando Belcaro di detenzione di materiale pedopornografico. Questo perché nel pc del fashion designer i carabinieri di Prato della Valle avevano trovato foto e video hard di ragazze minorenni (tra i 15 e i 17 anni). Tutto inizia con la denuncia della ragazza, a fine ottobre 2016. O meglio, tutto inizia alcuni giorni prima, a metà ottobre, con un provino hot nell’atelier di via San Fermo, cuore pulsante della Padova dello shopping. A denunciare Belcaro è una ventunenne padovana che quel giorno stava posando per delle fotografie con addosso i vestiti della casa fondata dal trentacinquenne. Ma – racconta lei ai carabinieri di Prato della Valle – ogni scatto era l’occasione buona per Belcaro per avvicinarsi a lei e sistemarle gli slip. Al militare che verbalizza e le fa firmare la denuncia alcuni giorni dopo i fatti, l’aspirante modella dice che durante le prove costume e per aiutarla a trovare pose migliori davanti all’obiettivo del fotografo, Mauro Belcaro le si era avvicinato toccandola in maniera sempre più insistente anche nelle parti intime.
A quel punto era stata lei a interrompere gli scatti e lasciare il set. Alcuni giorni dopo, la denuncia da cui prende piede la nuova indagine che dà ai carabinieri il destro per perquisire sia l’atelier di via San Fermo, sia la casa di Balcaro, a Pegolotte di Cona, nel Veneziano. Nei pc che i militari sequestrano cercando le prove di quegli scatti hard, ecco spuntare altre immagini oltre a quelle delle modelle: adolescenti nudi e in pose erotiche. Foto che danno l’ennesima accelerata all’inchiesta, aggravando anche la posizione del trentacinquenne. Che ora si trova a fare i conti con una vicenda che assomiglia molto all’esposto presentato tempo fa da una ventiquattrenne di Vicenza, studentessa universitaria con il sogno di fare la modella. Lei lo accusava di averla toccata nelle parti intime, dopo che le aveva fatto togliere la biancheria. La ragazza aveva denunciato Belcaro, puntando il dito contro di lui per averla sottoposta a un provino a luci rosse nell’atelier della madre. Lui allora si era difeso dicendo: «Non riesco a pensare cosa sia successo di sbagliato. È rimasta disillusa, voleva fare la modella». Ora la scena sembra ripetersi.
Tra i 15 e i 17 anni Le foto trovate nel suo computer ritrarrebbero ragazze minorenni in pose molto hot