Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Due pentiti della camorra arrestati per furto
Sono stati pizzicati che rubavano in un supermercato durante i domiciliari
Sono padre e figlio. Entrambi ex camorristi, entrambi collaboratori di giustizia e per questo, per ragioni di sicurezza, trapiantati a Padova a scontare ai domiciliari (con il permesso di uscire per due ore al giorno) ciò che rimane della loro condanna per reati di stampo mafioso. Ma adesso sono anche indagati dal sostituto procuratore Sergio Dini per evasione e furto: la polizia li ha beccati a taccheggiare in un noto supermercato di Padova durante le ore in cui sarebbero dovuti rimanere a casa. Due colpi nel giro di poche settimane, nello stesso supermercato. Difficile passarla liscia anche per dei criminali rodati come loro. Il primo furto porta la data di fine settembre: dal supermercato spariscono alimentari per alcune decine di euro. Nessuno riesce a capire chi sia il colpevole: le telecamere di sicurezza non registrano i volti. La tattica invece, quella sì: una ripresa che alla fine si rivelerà decisiva.
Nella memoria dei nastri a circuito chiuso rimane impressa l’immagine di un uomo che paga un solo prodotto e, scontrino alla mano, si avvicina al tornello d’uscita. Che si apre leggendo il codice a barre dello scontrino, ma la lentezza con cui il cancelletto si richiude alle sue spalle permette al complice di passare con le tasche piene zeppe di merce rubata. Alcuni giorni dopo, siamo a inizio ottobre, la premiata ditta ci riprova. Entrano assieme al supermercato, uno dei due paga un solo prodotto, l’altro segue a ruota senza fermarsi alla cassa. Tutto sembra filare ancora liscio, solo che questa volta la sicurezza interna si accorge dello strano comportamento e li blocca non appena entrambi passano (assieme) il cancelletto d’uscita. All’arrivo delle volanti della polizia basta riguardare le immagini delle telecamere di sicurezza per dare un volto ai ladri di alcune settimane prima.
La carta d’identità poi svela da chi sia composta la coppia. Appena la polizia scopre i nomi dei due, parte la segnalazione in procura. E là il pm si accorge che le ore dei colpi ai supermercati non coincidono con quelle in cui i due possono lasciare i domiciliari. E così, per i due pentiti, oltre all’accusa di furto ai aggiunge anche quella di evasione. (n.m.)