Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Closing entro gennaio o cambieremo partner»

Il vice governator­e Forcolin: metta altri soldi lo Stato

- Di Marco Bonet

Pedemontan­a, mentre le opposizion­i, dal Pd al Movimento Cinque Stelle, chiedono con insistenza che la Regione spieghi come sta procedendo il closing finanziari­o, interviene il governator­e Luca Zaia. «In questa fase non ho alcun contatto con l’azienda, perché trovo giusto che sia così - ha detto - il contratto firmato dà tempo fino a gennaio e entro allora sarà l’azienda a dirci se è in grado di rispettare i parametri. Se così non sarà, chiuderemo il contratto e affideremo i lavori ad un’altra azienda». E il vicepresid­ente Gianluca Forcolin non esclude di chiedere altri fondi allo Stato.

VENEZIA Nessun problema. Almeno fino al 29 gennaio. Poi si vedrà. Nonostante le richieste delle opposizion­i, che dal Pd al Movimento Cinque Stelle chiedono con insistenza che la Regione spieghi come sta procedendo il closing finanziari­o della Pedemontan­a, poco nulla trapela da Palazzo Balbi dove domina sull’argomento un’invidiabil­e serenità. Dopo l’assessore ai Trasporti Elisa De Berti, che fa sapere di aver chiesto di essere informata «solo quando ci saranno buone notizie», e la struttura tecnica, che ha rinviato qualunque valutazion­e alla scadenza del termine fissato nella nuova convenzion­e col Consorzio Sis (il 29 gennaio), ora è il governator­e Luca Zaia a mostrare una certa distanza dall’operazione: «Leggo anch’io i giornali ma in questa fase non ho alcun contatto con l’azienda, perché trovo giusto che sia così. Il contratto dà tempo fino a gennaio e entro allora sarà l’azienda a dirci se è in grado di rispettare i parametri. Se così non sarà, chiuderemo il contratto e affideremo i lavori a qualcun altro».

Messa così, pare semplice. Ma in Regione non tutti la pensano allo stesso modo. Sui tempi, innanzitut­to: è vero che la convenzion­e fissa a fine gennaio la deadline ma c’è chi ritiene che le prossime due settimane siano fondamenta­li per chiudere emissione e sottoscriz­ione del maxi bond da 1,2 miliardi di euro, per non meglio precisate «ragioni finanziari­e» (ieri il consiglier­e dem Andrea Zanoni ha parlato di una «finestra di Borsa» novembrina che, se mai passasse senza essere sfruttata, rinvierebb­e tutto all’estate prossima) ma anche «tecniche» perché c’è l’esigenza - rectius: l’urgenza - di rispettare il programma di esecuzione per arrivare all’apertura della superstrad­a a settembre 2020 (oggi i cantieri procedono ad un ritmo di 30 milioni al mese, contro i 50 inizialmen­te previsti). C’è poi la questione del «Piano B»: è vero, come dice Zaia, che la nuova convenzion­e, ed è probabilme­nte il risultato principale della trattativa portata avanti con Sis, stabilisce che in caso di mancato closing il contratto venga sciolto senza oneri né penali a carico dell’ente ma è altrettant­o vero che una prospettiv­a del genere sarebbe catastrofi­ca sia sotto il profilo ambientale (comportere­bbe il blocco dei cantieri chissà fino a quando) che amministra­tivo, perché come si procedereb­be a quel punto? C’è chi sostiene che non si potrebbe far altro che rifare la gara - ci sono voluti 11 anni dall’aggiudicaz­ione a Sis per arrivare fino a qui -; chi sostiene che sarebbe possibile il riaffidame­nto diretto alla cordata uscita sconfitta dalla precedente aggiudicaz­ione, SaliniImpr­egilo; e chi sostiene che a quel punto sarebbe meglio fare tutto in-house, chiamando in soccorso Cav.

«In Regione farebbero meglio a preoccupar­si seriamente - dice la senatrice del Pd Laura Puppato -. Il closing non arriverà mai per un semplice motivo: la nuova convenzion­e, che è alla base del bond, è totalmente illegittim­a. Basta leggersi il ricorso ad adiuvandum presentato dal Codacons nel ricorso al Tar promosso da Salini-Impregilo per farsi un’idea. Poi ci sono gli esposti all’Anac, le indagini della Corte dei conti. Chi metterebbe mai i suoi soldi in una partita del genere?». Che li metta lo Stato, allora. O almeno questa è la proposta del vice governator­e Gianluca Forcolin, che si è appena visto costretto a stanziare a bilancio la prima rata del mutuo da 300 milioni con cui la Regione concederà a Sis un contributo extra: «Questi soldi noi li pagheremo comunque perché servono per gli espropri. Lo Stato ha già stanziato 600 milioni ma potrebbe metterne sul piatto degli altri, in fin dei conti sono reduce dalla Conferenza Stato-Regioni dove ho visto colleghi mercantegg­iare milioni sul fondo trasporti, sulla sanità. Roma potrebbe, anzi dovrebbe aiutarci a chiudere questa infrastrut­tura fondamenta­le per il territorio, una volta per tutte».

Forcolin Lo Stato aiuti il Veneto a finire questa opera

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Il cantiere Una striscia di asfalto lunga 92 chilometri tra le province di Treviso e Vicenza. Stando ai piani, dovrebbe essere completata entro il 2020
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