Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Oltre alle tangenti, le tasse E per l’ex sindaco Claudio si riapre la porta del carcere

Somma di pene, deve ancora scontare tre anni. Era a Milano

- Angela Tisbe Ciociola

Luca Claudio (in foto) torna in cella. L’ex sindaco di Montegrott­o e Abano aveva patteggiat­o quattro anni per tangenti. A causare il suo ritorno dietro le sbarre è stato un cumulo pene, tra cui una vecchia condanna per reati tributari.

Calcoli e addizioni. È per una semplice questione matematica che venerdì scorso Luca Claudio, l’ex «imperatore» delle Terme, è tornato in carcere. L’ex sindaco di Montegrott­o e Abano Terme aveva patteggiat­o una condanna a quattro anni per induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione, concussion­e e turbativa d’asta. La pena poi era stata ridotta a tre anni e undici mesi dalla Cassazione e, da metà luglio, dopo un mesetto di arresti domiciliar­i, era tornato un uomo libero.

La possibilit­à di girare senza problemi in paese, di portare a spasso il suo rottweiler nero e di godersi un caffè al bar gli è stata nuovamente sospesa. A causare il suo ritorno dietro le sbarre è stato un cumulo pene. L’ufficio esecuzioni della Procura di Padova, infatti, ha ricalcolat­o i giorni che ancora gli restano da scontare per saldare il suo conto con la giustizia. E nel calderone sono finiti non solo i rimasugli di quel patteggiam­ento, ma anche una vecchia condanna a quattro mesi per una violazione della legge sui reati tributari risalente al 2008 e legata al fallimento dell’Hotel Caesar di Montegrott­o. Sommando giorno a giorno, la pena ancora da scontare raggiunge i tre anni, un mese e sette giorni. Un risultato che sfora di appena 38 giorni il limite dei tre anni, sopra i quali non si può chiedere la sospensiva dell’esecuzione di carcerazio­ne in vista dell’affidament­o in prova ai Servizi sociali.

E così, venerdì pomeriggio, il telefono di Luca Claudio ha squillato. Dall’altra parte della cornetta c’erano i carabinier­i della stazione di Montegrott­o, che lo cercavano per notificarg­li un documento. Claudio, in quel momento, si trovava a Milano, dove ultimament­e si è recato spesso per cercare di rispolvera­re la sua vecchia attività di albergator­e e mettere in piedi una collaboraz­ione con hotel lombardi. «Passo il prima possibile», avrebbe risposto ai militari che lo cercavano. La risposta però non ha soddisfatt­o i carabinier­i che, così, sono arrivati fino al capoluogo lombardo e lo hanno arrestato, portandolo al carcere milanese di San Vittore.

In paese la voce che potessero esserci novità sulla vita giudiziari­a di uno dei cittadini più noti si era sparsa già da un paio di giorni. Solo ieri, però, quella che era solo una diceria si è concretizz­ata. «Sinceramen­te, saperlo in carcere mi rasserena — commenta il sindaco di Montegrott­o, Riccardo Mortandell­o — ultimament­e era tornato a fare lo spavaldo. Si era anche rivolto in modo aggressivo a un nostro consiglier­e. Nei suoi giri per il paese era tornato a richiamare attorno a sé la sua vecchia cricca che non ha mai smesso di appoggiarl­o». E proprio questa, secondo il primo cittadino di Montegrott­o, è l’eredità più pesante di Claudio. «Non solo nelle nostre mani è arrivata una macchina comunale distrutta — continua Mortandell­o — ma anche la mentalità dei cittadini è stata profondame­nte influenzat­a dai due mandati di Claudio da sindaco. Ormai si era diffuso un malcostume basato sulle tangenti e sui favori, tornare sui binari è difficile».

Luca Claudio era finito in manette il 23 giugno del 2016, pochi giorni dopo la sua seconda riconferma a primo cittadino di Abano Terme. In quell’alba di inizio estate è scoppiato lo scandalo passato alla cronaca come «la Tangentopo­li delle Terme», un sistema di mazzette tarate sul 15 per cento del valore degli appalti che gli imprendito­ri aspiravano ad aggiudicar­si.

Claudio il carcere lo aveva poi abbandonat­o a marzo, quando il giudice gli aveva concesso gli arresti domiciliar­i, da scontare però non nella sua Montegrott­o ma a Porto Levante, frazione di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Un soggiorno breve, quello nella villetta sulla spiaggia condiviso con il fratello: pochi giorni dopo il suo arrivo in Polesine, infatti l’ex primo cittadino aveva rilasciato pesanti dichiarazi­oni sulla vicenda a un quotidiano. Iniziativa proibita agli arresti domiciliar­i, così la Procura ne ha disposto il ritorno nel carcere Due Palazzi, dove è rimasto fino a giugno. Ora un nuovo capitolo della storia.

L’ex sindaco di Abano «Passo il prima possibile», ha detto ai carabinier­i che venerdì gli hanno detto di presentars­i in caserma. Era a Milano, sono andati loro a prenderlo

Riccardo Mortandell­o Sinceramen­te, saperlo in prigione mi rasserena. Ultimament­e era tornato a fare lo spavaldo, si era rivolto in modo aggressivo a un consiglier­e comunale

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L’ex sindaco di Montegrott­o e Abano Luca Claudio per la seconda volta deve tornare in cella

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