Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pm10, raddoppiati gli sforamenti di legge
L’Aduc: «Padova tocca quota 70 giorni e diventa il capoluogo più inquinato del Veneto»
La città del Santo raddoppia i 35 giorni di legge di sforamento del Pm10, toccando quota 70 e diventando così il capoluogo più inquinato del Veneto e il terzo d’Italia. Lo rivela l’Aduc, associazione dei consumatori, con gli ultimi rilevamenti dell’Arpav alla mano. «Le misure adottate finora dall’amministrazione sono inutili — denunciano Aduc e Legambiente — incidono solo sul traffico, che produce appena l’8% dello smog nell’aria. Bisogna intervenire altrove».
Alla fine dell’anno manca più di un mese e mezzo, ma il presentimento è già certezza: nel 2017 i polmoni dei padovani avranno respirato un’aria peggiore rispetto a quella del 2016. La sentenza arriva dall’Associazione diritti utenti e consumatori (Aduc) e si basa sui rilevamenti dell’Arpav: ieri la città del Santo ha raggiunto il 70esimo giorno di sforamento annuo delle polveri sottili, contro i 68 registrati l’anno scorso. Ma soprattutto Padova è il primo capoluogo del Veneto e uno dei primi d’Italia ad aver doppiato la soglia di legge dei 35 giorni con un livello di Pm10 superiori ai 50 microgrammi per metro cubo d’aria.
È proprio il caso di dire che la notizia era nell’aria: a metà ottobre risultava la città più inquinata del Veneto e la terza a livello nazionale dietro a Torino e Cremona, con 55 sforamenti. A quanto pare le domeniche ecologiche non sono servite a molto, così come la pioggia caduta abbondantemente nel weekend: nelle ultime tre settimane le centraline dell’Arpav hanno registrato una concentrazione di 50 microgrammi per metro cubo superiore alla norma in altri 15 casi, cioè praticamente due ogni tre giorni. E così, oltre a superare il livello dell’anno scorso, l’inquinamento da polveri sottili ha raggiunto il doppio della soglia annua concessa per legge. Ma nemmeno questa è una novità: se si considera il parametro dei 35 giorni, Padova è fuorilegge da 17 anni consecutivi. Il record negativo risale al 2015, quando l’Arpav registrò 87 sforamenti. E quest’anno, a più di un mese e mezzo dal 31 dicembre, ci sono tutte le premesse per eguagliare il primato o addirittura superarlo. «Il problema è che dietro gli interventi delle varie amministrazioni non vi è mai stato un disegno chiaro e coerente sullo sviluppo di Padova, tanto meno con al centro la sostenibilità — dice Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova —. Le città europee emergenti sono quelle che sanno affrontare insieme crisi economica, sociale ed ambientale avviando coraggiosi programmi di rigenerazione urbana, incrementando il sistema del verde, potenziando i trasporti pubblici, creando nuove economie connesse all’ecologia e al territorio, valorizzando le reti delle relazioni sociali. E’ la strada che auspichiamo imbocchi la nuova amministrazione».
Da qui a fine anno, se la situazione non dovesse migliorare il Comune ha già annunciato misure drastiche: i provvedimenti anti-smog entrati in vigore ieri impongono il divieto di circolazione da lunedì a venerdì, nelle fasce 8.30-12.30 e 15-18, a tutti i veicoli Euro 0 ed Euro 1 (benzina) e a tutti quelli fino all’Euro 2 (diesel). Dopo quattro sforamenti consecutivi le misure resteranno invariate, ma l’allerta passerà dal verde all’arancio e la cittadinanza sarà invitata ad adottare comportamenti virtuosi per invertire la rotta; se gli sforamenti consecutivi dovessero essere 10 si passerebbe all’allerta rossa, col blocco delle auto esteso ai diesel Euro 3 e prorogato nel weekend. Azioni comunque inefficaci secondo Aduc. «Il primo inquinatore sono le attività industriali, il secondo la combustione residenziale di pellet e legna — ricorda Maria Grazia Lucchiari, di Aduc Veneto —. Il sistema permette di stimare le emissioni di macroinquinanti, frazioni carboniose, idrocarburi, metalli pesanti e inquinanti aggregati. Le azioni di contrasto che il Comune propone da oltre un decennio riguardano il traffico urbano, una quota minima dell’inquinamento. Se, per ipotesi, da domani scomparisse tutto il traffico cittadino, le polveri sottili si ridurrebbero dell’8%. Il restante 92% continuerebbe e continua nella sua inesorabile produzione di malattia».
Le misure Il Comune potrebbe inasprire le azioni di contrasto all’inquina mento