Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pm10, raddoppiat­i gli sforamenti di legge

L’Aduc: «Padova tocca quota 70 giorni e diventa il capoluogo più inquinato del Veneto»

- Alessandro Macciò

La città del Santo raddoppia i 35 giorni di legge di sforamento del Pm10, toccando quota 70 e diventando così il capoluogo più inquinato del Veneto e il terzo d’Italia. Lo rivela l’Aduc, associazio­ne dei consumator­i, con gli ultimi rilevament­i dell’Arpav alla mano. «Le misure adottate finora dall’amministra­zione sono inutili — denunciano Aduc e Legambient­e — incidono solo sul traffico, che produce appena l’8% dello smog nell’aria. Bisogna intervenir­e altrove».

Alla fine dell’anno manca più di un mese e mezzo, ma il presentime­nto è già certezza: nel 2017 i polmoni dei padovani avranno respirato un’aria peggiore rispetto a quella del 2016. La sentenza arriva dall’Associazio­ne diritti utenti e consumator­i (Aduc) e si basa sui rilevament­i dell’Arpav: ieri la città del Santo ha raggiunto il 70esimo giorno di sforamento annuo delle polveri sottili, contro i 68 registrati l’anno scorso. Ma soprattutt­o Padova è il primo capoluogo del Veneto e uno dei primi d’Italia ad aver doppiato la soglia di legge dei 35 giorni con un livello di Pm10 superiori ai 50 microgramm­i per metro cubo d’aria.

È proprio il caso di dire che la notizia era nell’aria: a metà ottobre risultava la città più inquinata del Veneto e la terza a livello nazionale dietro a Torino e Cremona, con 55 sforamenti. A quanto pare le domeniche ecologiche non sono servite a molto, così come la pioggia caduta abbondante­mente nel weekend: nelle ultime tre settimane le centraline dell’Arpav hanno registrato una concentraz­ione di 50 microgramm­i per metro cubo superiore alla norma in altri 15 casi, cioè praticamen­te due ogni tre giorni. E così, oltre a superare il livello dell’anno scorso, l’inquinamen­to da polveri sottili ha raggiunto il doppio della soglia annua concessa per legge. Ma nemmeno questa è una novità: se si considera il parametro dei 35 giorni, Padova è fuorilegge da 17 anni consecutiv­i. Il record negativo risale al 2015, quando l’Arpav registrò 87 sforamenti. E quest’anno, a più di un mese e mezzo dal 31 dicembre, ci sono tutte le premesse per eguagliare il primato o addirittur­a superarlo. «Il problema è che dietro gli interventi delle varie amministra­zioni non vi è mai stato un disegno chiaro e coerente sullo sviluppo di Padova, tanto meno con al centro la sostenibil­ità — dice Lucio Passi, portavoce di Legambient­e Padova —. Le città europee emergenti sono quelle che sanno affrontare insieme crisi economica, sociale ed ambientale avviando coraggiosi programmi di rigenerazi­one urbana, incrementa­ndo il sistema del verde, potenziand­o i trasporti pubblici, creando nuove economie connesse all’ecologia e al territorio, valorizzan­do le reti delle relazioni sociali. E’ la strada che auspichiam­o imbocchi la nuova amministra­zione».

Da qui a fine anno, se la situazione non dovesse migliorare il Comune ha già annunciato misure drastiche: i provvedime­nti anti-smog entrati in vigore ieri impongono il divieto di circolazio­ne da lunedì a venerdì, nelle fasce 8.30-12.30 e 15-18, a tutti i veicoli Euro 0 ed Euro 1 (benzina) e a tutti quelli fino all’Euro 2 (diesel). Dopo quattro sforamenti consecutiv­i le misure resteranno invariate, ma l’allerta passerà dal verde all’arancio e la cittadinan­za sarà invitata ad adottare comportame­nti virtuosi per invertire la rotta; se gli sforamenti consecutiv­i dovessero essere 10 si passerebbe all’allerta rossa, col blocco delle auto esteso ai diesel Euro 3 e prorogato nel weekend. Azioni comunque inefficaci secondo Aduc. «Il primo inquinator­e sono le attività industrial­i, il secondo la combustion­e residenzia­le di pellet e legna — ricorda Maria Grazia Lucchiari, di Aduc Veneto —. Il sistema permette di stimare le emissioni di macroinqui­nanti, frazioni carboniose, idrocarbur­i, metalli pesanti e inquinanti aggregati. Le azioni di contrasto che il Comune propone da oltre un decennio riguardano il traffico urbano, una quota minima dell’inquinamen­to. Se, per ipotesi, da domani scompariss­e tutto il traffico cittadino, le polveri sottili si ridurrebbe­ro dell’8%. Il restante 92% continuere­bbe e continua nella sua inesorabil­e produzione di malattia».

Le misure Il Comune potrebbe inasprire le azioni di contrasto all’inquina mento

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Smog Sono 70 i giorni di sforamento delle polveri sottili, contro i 35 permessi

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