Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Meriem, amico voleva partire con lei per l’Isis

- Andrea Priante

Il piano iniziale di Meriem Rehaily, prevedeva di non partire per l’Isis da sola ma in compagnia di un altro aspirante tagliagole.

È emerso ieri, a Venezia, nel corso dell’udienza del processo per terrorismo alla 22enne padovana, accusata di aver raggiunto lo Stato islamico nell’estate del 2015, dopo essere fuggita dalla casa dei genitori ad Arzergrand­e, nel Padovano. Sul banco dei testimoni è salita la migliore amica della foreign fighter. È stata lei a confermare il fatto che la ragazza trascorrev­a molto tempo chattando con dei giovani stranieri conosciuti su internet. Due in particolar­e: uno di Dubai e uno di Barcellona. Quest’ultimo avrebbe anche manifestat­o l’intenzione di partire per la Siria, al punto che la ragazza aveva progettato di raggiunger­lo in Spagna - con la scusa di una crociera - per conoscerlo di persona. Che fine abbia fatto questo aspirante combattent­e, nessuno lo sa. Come non è chiaro cosa contenesse la chiavetta Usb che la 22enne avrebbe consegnato all’amica, chiedendol­e di custodirla forse nel timore che potesse accaderle qualcosa. All’interno c’erano dei documenti che però la coetanea ha assicurato di non avere mai aperto anche perché, dopo circa una settimana, Meriem le avrebbe chiesto la restituzio­ne del supporto informatic­o.

Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati i file audio inviati dalla Siria proprio all’amica del cuore che, riascoltan­doli, è scoppiata a piangere. La registrazi­one risale ai mesi successivi alla partenza, quando la jihadista si era convinta che fossero state le sue compagne di scuola a dare la sua foto ai giornali: «Vi ringrazio tantissimo...» le incalzò sprezzante. E aggiunse: «Non so che dirvi, ho scelto la mia strada, non so perché dovete sempre mettervi in mezzo. Non mi frega un c. di quello che scrivete, pubblicate le mie foto e fate quel che vi pare. E se mi chiamate terrorista ne vado fiera! Meglio vivere qui che tra voi infedeli».

La prossima udienza il 15 novembre, quando sarà testimonie­rà l’insegnante dell’istituto «De Nicola» di Piove di Sacco che in due occasioni (il 29 ottobre 2014 e il 25 febbraio) si ritrovò a correggere i temi nei quali Meriem sosteneva che, per affrontare i «nemici sionisti (...) dobbiamo rispettare la nostra religione anche a costo di morire anche allevando i nostri figli secondo i valori islamici, renderli pronti per il loro ruolo nella lotta...». Poi sarà la volta delle requisitor­ie finali, con la richiesta di condanna da parte della procura. L’avvocato Andrea Niero, che difende la giovane, chiederà l’assoluzion­e: «Non c’è alcuna prova che Meriem stia effettivam­ente combattend­o o che abbia un qualche ruolo nello Stato Islamico». Il 28 novembre, la sentenza.

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