Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Neonato tra i rifiuti, aperta un’inchiesta Solo l’autopsia dirà se è stato ucciso
La procura ha aperto un’inchiesta dopo il ritrovamento del corpicino senza vita di una neonata in un sacchetto tra i rifiuti di vetro alla Ecopatè di Musile di Piave, nel Veneziano. L’ipotesi di reato avanzata dalla magistratura, che finora non ha iscritto nessuno nel registro degli indagati, è di soppressione di cadavere. È l’unica possibile, almeno finché l’autopsia non farà chiarezza sulle cause della morte.
A fare la drammatica scoperta, sabato pomeriggio, è stato un dipendente dell’azienda. «Nel momento in cui è stato rinvenuto il corpicino ci hanno telefonato dalla sede di Musile, abbiamo bloccato subito il processo di smistamento e informato i carabinieri», spiega l’amministratore delegato della Ecopatè, Nicola Dalmasso.
La ditta si occupa del recupero del vetro derivato dalle raccolte differenziate in un raggio territoriale che comprende Triveneto ed Emilia Romagna, poi lo invia a fonderie che provvedono a fonderlo ed a riciclarlo. Parte dei rifiuti arrivano «puliti», ossia da raccolte di solo vetro (in genere dalle campane verdi) e altri da raccolte definite «sporche», ossia vetro e altro materiale. In questo caso viene effettuata una cernita manuale: il personale apre i sacchetti e separa il vetro dal resto. Non è raro, infatti, rinvenire tra i cocci anche carcasse di animali, talvolta armi e munizioni.
Questa volta, però, in un sacchetto c’era il corpicino della neonata la cui identità è ancora sconosciuta. Così come la provenienza. È escluso che il cadavere sia stato nascosto nell’azienda di Musile, ma potrebbe provenire dalle province di Venezia, Padova, Bologna o Udine, le zone da cui arrivano i rifiuti da smistare alla Ecopatè.
Il sacchetto era tra i primi aperti dal dipendente che stava scaricando il camion. Lo shock è stato forte. «Abbiamo dato facoltà a tutti di rimanere a casa dopo l’accaduto», spiega Dalmasso. Ma ieri i lavoratori sono tornati tutti all’opera. L’azienda ha tuttavia deciso di mettere loro a disposizione un supporto psicologico.
In queste ore i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Elisabetta Spigarelli, stanno cercando di ricostruire il percorso fatto dal sacchetto, sperando basti a individuare la zona di abbandono del corpicino. Il magistrato, tra domani e giovedì, conferirà l’incarico per l’autopsia, che potrà fare luce sulle cause e la data della morte, che potrebbe risalire ad alcuni giorni addietro, visto l’avanzato stato di decomposizione.
Nel Veneziano questo è il terzo caso di ritrovamento di neonati in pochi anni. Il primo era stato abbandonato di fronte alla canonica a Santa Maria di Sala, il secondo nello stesso paese dietro un cassonetto. In quelle due occasioni, però, i bimbi erano stati trovati ancora vivi.
«La legge italiana tutela la donna per tutta la gravidanza – spiega Carlo Bramezza, direttore generale dell’Usl 4 anche riconoscendo la possibilità di partorire in anonimato. L’Usl ha attuato un progetto per il sostegno delle maternità complesse dal punto di vista sociale, denominato “Culla segreta”. Lancio quindi un appello a tutte le future mamme che dovessero avere dubbi: affidatevi ai servizi consultoriali o ai reparti ospedalieri che vi aiuteranno a trovare la soluzione più consona».