Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ateneo, sciopero dei docenti a rischio le sessioni di laurea
Gli studenti in rivolta: «Minacciato il diritto allo studio»
Niente scatti, niente esami. E forse addirittura niente laurea. Si può riassumere così la posizione del «Movimento per la dignità della docenza universitaria», coordinato da un professore di Torino e pronto a tornare sulle barricate per chiedere lo sblocco degli scatti stipendiali: le misure previste dalla legge di bilancio in materia di insegnamento accademico, infatti, non piacciono per niente ai diretti interessati, che minacciano di incrociare nuovamente le braccia come hanno già fatto tra settembre e ottobre. Le modalità sono ancora da decidere, ma le ipotesi al vaglio dei docenti fanno storcere il naso agli studenti: per rincarare la dose, infatti, questa volta lo sciopero non riguarderebbe solo gli appelli d’esame ma anche le sessioni di laurea, con gravi disagi per chi è ad un passo dall’alloro.
Il primo sciopero degli esami si è concluso il 31 ottobre con più di 11mila adesioni in tutta Italia: per due mesi migliaia di docenti hanno disertato l’aula nel giorno del primo appello in calendario e hanno posticipato l’esame se l’appello era unico. Al Bo la mobilitazione ha raccolto 140 firme, ma la protesta non ha sortito effetto. «Le nostre richieste sono state ignorate quasi del tutto», si legge nella e-mail che gira tra i docenti in questi giorni. Il riferimento è alla legge di bilancio in discussione al Senato: «Avevamo chiesto decorrenza giuridica dal 2011, invece alcuni l’avranno dal 2018, altri dal 2019 o dal 2020 — si legge —. Pochissimi avranno un aumento di retribuzione nel 2020, la stragrande maggioranza solo nel 2021 o nel 2022. Si arriva alla retribuzione dovuta dopo almeno dieci anni dal 2018 e vengono introdotti aspetti peggiorativi, come gli scatti premiali». La mail ricorda che gli emendamenti vanno presentati entro venerdì: «Se il provvedimento verrà varato in via definitiva, si andrà ad un nuovo sciopero. Obiettivi, tempi e modi sono già in fase di studio». A quanto pare, i docenti sono pronti a bloccare le sessioni di laurea.
Ma gli studenti non ci stanno: «Nella legge di bilancio gli scatti stipendiali ci sono, quello che non c’è è il diritto allo studio — dice Enrico Mazzo, coordinatore di Studenti per-Udu —. Tra settembre e ottobre abbiamo arginato il problema, ma qualcuno ha dovuto ritardare la laurea. Se ci sarà un nuovo sciopero, noi saremo in prima linea a tutelare gli studenti, la componente più sfruttata del sistema».