Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Esposto contro Bettin «Stipendio esagerato, c’è il danno erariale»
Detto, fatto. Lunedì scorso, come più volte annunciato, l’opposizione di centrodestra a Palazzo Moroni ha ufficialmente presentato un esposto alla Corte dei Conti di Venezia, denunciando un presunto danno erariale di 60mila euro annui in merito all’incarico di Massimo Bettin. Ovvero l’ex segretario provinciale del Pd che, da quattro mesi, ha assunto il ruolo di portavoce del sindaco Sergio Giordani.
Gli undici consiglieri di minoranza, con in testa l’ex primo cittadino Massimo Bitonci e il capogruppo della sua lista civica Matteo Cavatton, hanno certificato che il costo annuale a carico del Comune per Bettin ammonta a più di 90mila euro. Per la precisione, a 93.016,61, di cui 69.582,24 di retribuzione e 23.434,47 di oneri riflessi quali Inadel, Cpdel, Inail e Irap. Quindi, trattamenti previdenziali a parte, al tuttofare di Giordani spetta uno stipendio lordo di circa 5.800 euro al mese. «Passi che il signor Bettin non sia laureato e possieda soltanto il diploma di maturità scientifica al liceo Tito Lucrezio Caro di Cittadella – osservano Bitonci e colleghi –. E passi pure che, nel suo curriculum, non figurino esperienze professionali se non quelle di responsabile regionale dei giovani della Cgil e di segretario provinciale del Pd. Non può però passare il fatto che, essendo stato inquadrato nella categoria C dei dipendenti comunali, costi alle casse pubbliche più di 90mila euro all’anno». E il motivo, secondo l’opposizione, è presto spiegato: «I lavoratori che, a Palazzo Moroni, rientrano nella categoria C sono 924. E il loro costo medio annuo è pari a 32mila euro. Dunque – concludono Bitonci e i suoi – il signor Bettin, che ha uno stipendio più alto di quello del vicesindaco Arturo Lorenzoni, pesa sui conti del Municipio 60mila euro all’anno in più rispetto ai suoi parigrado. Siamo certi che la Corte dei Conti ci darà ragione».
L’11 settembre scorso, il caso Bettin era stato al centro di un’infuocata seduta del consiglio comunale, al termine della quale l’allora segretario generale di Palazzo Moroni Lorenzo Traina aveva definito legittimi incarico e retribuzione. Ora la palla passa ai magistrati contabili di Venezia