Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

I privati, la cessione, i veleni l’area tra polemiche e piani falliti

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L’area pubblico-privata di 430mila metri quadrati a Padova est in maniera per certi versi impensabil­e fino a qualche settimana è tornata in pole position per ospitare il nuovo policlinic­o universita­rio. La zona in questione, che si trova in zona San Lazzaro alle spalle del Net Center e della Kioene Arena, è divisa in due parti. Quella a sud è di proprietà del Comune, si estende su una superficie di 280mila metri quadri e mantiene una destinazio­ne commercial­e (grande struttura di vendita). Tanto è vero che, prima dell’ipotesi di collocarvi la cittadella sanitaria del futuro, Palazzo Moroni ne stava trattando la cessione a Leroy Merlin. Il colosso francese del bricolage, prima di spostare le sue mire sull’ex Foro Boario di corso Australia, aveva infatti inviato in municipio un’offerta di circa 10 milioni e mezzo di euro per accaparrar­si i terreni di proprietà pubblica.

Poi però, e si era alla fine del 2014, l’allora sindaco Massimo Bitonci aveva cambiato le carte in tavola, dopo che la sua proposta di realizzare il nuovo ospedale nello stesso sito di via Giustinian­i in cui si trova da oltre due secoli era stata respinta da Regione e Università, e aveva appunto destinato l’area al futuro polo della salute.

Ma se la storia del terreno comunale è piuttosto semplice da ricostruir­e, riannodare le fila di quello privato (150mila metri quadri) è invece un po’ più complicato. La parte a nord di Padova est, che confina con i binari ferroviari e che è delimitata da un lato da via Maroncelli e dall’altro dalla statale del Santo, è oggi amministra­ta da un commissari­o liquidator­e, Simone Salata. Il commissari­o lavora per conto di Banca Monte dei Paschi di Siena e Unicredit (a cui nel frattempo è subentrato il fondo italo-olandese Yanez Spv srl), che vantano un credito di oltre 60 milioni di euro dai proprietar­i dell’area.

E proprio qui viene il difficile. L’attuale titolare è infatti il Consorzio urbanizzaz­ione Quadrante Nordest che, rappresent­ato dal commercial­ista Federico Roberto, è composto dalla «Via San Lazzaro Properties srl», dall’«Immobiliar­e Galzignano spa» e dalla «Mantegna immobiliar­e srl».

Ma l’esposizion­e nei confronti degli istituti di credito va fatta risalire ai noti imprendito­ri Bruno Basso e Mauro Bertani che, nella primavera del 2009 (quando al governo della città c’era Flavio Zanonato), si erano visti approvare dal Comune un mega intervento edilizio. Ovvero un piano che prevedeva la nascita di un nuovo quartiere abitato da oltre mille persone. Per colpa della crisi economica però quel progetto è rimasto sulla carta per i successivi cinque anni e mezzo quando Bitonci, tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015, ha improvvisa­mente ridato vita ai privati, coinvolgen­doli nell’ipotesi di posizionar­e proprio lì il nuovo ospedale.

Una mossa, quella dell’ex senatore leghista, che ha dato il là a un esposto in Procura (poi archiviato) depositato dal deputato del Pd Alessandro Naccarato, nel quale si denunciava una presunta speculazio­ne immobiliar­e e finanziari­a legata appunto ai terreni ipotecati a Padova est dalle banche. Che tuttora conservano una potenziali­tà edificator­ia di quasi 190mila metri cubi, con destinazio­ne residenzia­le, direzional­e e ricettiva. Tanto che, a fianco del futuro polo medico sanitario, potrebbero sorgere abitazioni, uffici e alberghi proprio a servizio dello stesso.

Il piano, concordato come detto quand’era sindaco Bitonci, prevede che i privati cedano al municipio circa la metà dell’area (i famosi 150mila metri quadri), in cambio del via libera a sviluppare il loro progetto. La cessione, per ironia della sorte, è avvenuta pochi giorni dopo che, nella notte tra l’11 e il 12 novembre dell’anno scorso, l’ex parlamenta­re del Carroccio venisse sfiduciato da 17 consiglier­i comunali (12 d’opposizion­e e 5 di maggioranz­a). E fosse dunque costretto a interrompe­re anzitempo il suo mandato.

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Padova est Una veduta dall’alto della zona nella quale dovrebbe sorgere l’ospedale. Si tratta dell’area a «L», dove non ci sono edifici

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