Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Nido-lager, in tre sotto processo
Ficarolo, a giudizio due maestre e un’addetta alle pulizie dell’asilo «Peter Pan» Nei video della Squadra Mobile maltrattamenti su 18 bambini da uno a 3 anni
Sarà il processo, che inizia il 23 aprile 2018, a fare chiarezza sui maltrattamenti che due maestre dell’asilo-nido privato «Peter Pan» di Ficarolo e un’addetta alle pulizie avrebbero perpetrato su 18 bimbi. Minori che, all’epoca dei fatti, da marzo 2014 a febbraio 2015, frequentavano la struttura.
Ieri il giudice per le udienze preliminari Alessandra Martinelli ha rinviato a giudizio la 35enne di Ficarolo Barbara Calza, collaboratrice che ha un numero limitato di episodi contestati e le maestre Maria Crivellaro di Ficarolo (59 anni) e Andrea Contiero di Boara Pisani (26 anni). Gli episodi contestati alle tre donne sono circa 150 e sono sette i minori costituiti parte civile nel procedimento.
Nell’ambito dell’udienza preliminare il giudice aveva disposto una perizia psicologica, dalla quale non era emersa la certezza che le due maestre e la collaboratrice dell’asilo nido «Peter Pan» di Ficarolo avessero provocato danni psicologici permanenti ai bimbi coi loro maltrattamenti.
Le tre imputate, che non sono più all’asilo, sono accusate di aver punito i 18 bimbi dai 12 ai 36 mesi che all’epoca erano al «Peter Pan» in modo brusco, lasciandoli per punizione con asciugamani in testa e di averli rimproverati in modo molto duro, strattonando i seggioloni sui quali erano seduti i bimbi. Nessuna lesione, quindi, ma metodi di insegnamento piuttosto ruvidi.
A segnalare quanto stava accadendo nell’asilo-nido alla Squadra Mobile di Rovigo coordinata da Bruno Zito è stato un informatore. «Ho piena fiducia nell’operato della magistratura» si è limitato a dire il sindaco di Ficarolo, Fabiano Pigaiani, nel commentare il triplice rinvio a giudizio.
Da fine 2014 la Squadra Mobile rodigina aveva proceduto a installare delle telecamere nelle classi del «Peter Pan». Il quadro di maltrattamenti emerso nei confronti dei 18 bimbi, di età da uno a tre anni, nel febbraio 2015 ha indotto il pm Davide Nalin a chiedere per tutte e tre le indagate una misura cautelare ovvero il divieto di dimora a Ficarolo. Il gip Pietro Mondaini l’aveva concesso per le due maestre, ma non per l’addetta alle pulizie. Barbara Calza aveva orari ridotti rispetto a quelli delle altre due, non partecipava al pranzo e, se collaborava, era solo per dare una mano rispondendo alle loro richieste.
La Procura aveva presentato ricorso in Appello contro quella decisione e i giudici avevano deciso a carico della collaboratrice dell’asilo di Ficarolo la misura più tenue dell’obbligo di firma.