Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«La città è sicura ma resta l’allarme droga»
Il questore Bernabei lascia Padova per Roma, al suo posto arriverà Fassori
Nella sua valigia c’è anche la certezza di aver reso più sicura la città. Ultimi giorni da questore di Padova per Gianfranco Bernabei: dopo due anni e mezzo all’ombra del Santo, lunedì prossimo Bernabei prenderà servizio a Roma come dirigente di un ispettorato del Viminale attivo nella sicurezza di persone e siti. Al suo posto è in arrivo Paolo Fassori, siciliano con un passato da collaboratore di Falcone e Borsellino e un presente da questore di Modena. Prima di congedarsi, però, Bernabei ha voluto tracciare un bilancio della sua esperienza padovana. E lo ha fatto partendo dai numeri: «Nel 2016 i reati sono calati del 6%, nel 2017 il dato è provvisorio ed è in calo del 9%. L’aspetto positivo è che a calare è anche la qualità dei reati: a fine ottobre le rapine in banca sono scese dell’80%, quelle nei negozi del 18% e le violenze sessuali dell’11%. Siamo in controtendenza rispetto al luogo comune della città in preda al crimine e possiamo dire che Padova ha conosciuto tempi ben peggiori. Se escludiamo il flusso del turismo religioso, poi, il rapporto numerico tra reati e residenti pone Padova in vetta alle classifiche». Un conto sono i numeri, un altro la percezione di insicurezza: «Quella resta sempre alta – ammette Bernabei -. I problemi principali sono quelli connessi alla crisi economica e alla marginalità sociale, anche perché le prigioni sono piene e la legge non punisce la microcriminalità in maniera adeguata. Credo che Padova sia una città sostanzialmente sicura e vivibile, con un’opinione pubblica esigente che contribuisce a tenere alta la guardia. Purtroppo la presenza di immigrati induce una sensazione di allarme anche in assenza di condotte illecite, soprattutto nelle fasce più deboli come quella degli anziani».
Per Bernabei, il fenomeno più grave resta un altro e si chiama droga: «Negli ultimi tempi siamo attratti da questioni nuove, come quelle legate al cyberbullismo e alla violenza di genere, e si è perso di vista il tema dello spaccio, che comunque ci ha portati a fare diversi sequestri importanti. In Stazione abbiamo fatto un buon lavoro, ma la regola dei vasi comunicanti vige anche per la droga: finché la domanda resta alta, in qualche modo si soddisfa».