Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
È derby nel segno del «Paron»
Padova-Triestina all’Euganeo, Bisoli: «Commosso dalle parole di Tito Rocco»
Giuseppe Sannino non parla, come da tradizione alla vigilia di ogni partita. Non parla ma quello di oggi all’Euganeo, per il tecnico della Triestina, non potrà essere un match come gli altri.
Il Padova capolista è avversario che gli evoca ricordi poco piacevoli, come quello del 5 giugno 2011, quando la semifinale playoff che metteva in palio la serie A tra il Padova e il suo Varese terminò 3-3 e con uno «scambio di idee» piuttosto intenso, in sala stampa, fra lo stesso allenatore e i dirigenti biancoscudati. Un finale di partita agitato e con una coda che finì con un’interrogazione parlamentare dopo la qualificazione biancoscudata alla finale. Acqua passata, in ogni caso. Sei anni dopo, le prospettive sono cambiate radicalmente per tutti. Padova-Triestina, in programma stasera all’Euganeo, riporta in primo piano il nome di Nereo Rocco, sotto la cui stella si giocherà una partita da sempre carica di forti emozioni e significati. E d’altra parte Pierpaolo Bisoli, dopo aver letto l’intervista in cui Tito Rocco, figlio del Paron, lo ha paragonato al padre, si illumina nel prepartita. E proprio a Tito, presente stasera in tribuna, verrà consegnata una maglia speciale.
«Sono commosso da quello che ha detto — dice Bisoli — penso che ogni allenatore vorrebbe sentir dire una cosa simile, significa che forse qualcosa in questa città sono già riuscito a fare, anche se siamo appena agli inizi. Sono orgoglioso di queste parole e spero di non deludere chi mi guarderà dal cielo». Uno sguardo all’insù e un altro, vigile, al campo, dove la vigilia è animata dai dubbi di formazione. Pinzi, Contessa e Guidone non sono al meglio, anche perché sono reduci da un autentico tour de force e dalla battaglia sotto la pioggia di Pordenone, che ha significato un grosso dispendio di energie fisiche, al contrario di quanto accaduto alla Triestina. «Ho tanti piccoli acciacchi e non vorrei che divenissero un unico grande acciacco — sospira l’allenatore, amatissimo dalla tifoseria — e devo valutare se schierarli tutti assieme. Ho ancora qualche dubbio, ad esempio Tabanelli. Sto cercando di capire se metterlo in campo dall’inizio o se gettarlo nella mischia a partita in corso. Posso dire con certezza che ha recuperato perfettamente dall’infortunio e sta bene. Chiaro, non ha i 90 minuti sulle gambe, dovrò valutare bene che fare».
E Bisoli stuzzica pure il Vicenza. «Ho una memoria da elefante — sferza la platea — e ricordo bene cosa si diceva prima del derby. Che dovevamo vincere, che se perdevamo era tutto un disastro, tutto finito. Sono passate un po’ di giornate e adesso abbiamo 10 punti più di loro, le cose cambiano in fretta e magari cambieranno ancora, perché avremo sicuramente ancora degli inciampi. Il campionato è lungo, ne possono succedere tante. Io leggo tutto, leggo le dichiarazioni dei miei giocatori e osservo i dettagli. Bisogna essere forti e capaci di rimanere sul pezzo, abbiamo superato un trittico di impegni difficilissimo contro Feralpisalò, Mestre e Pordenone. Andiamo avanti, poi ci sarebbe pure il calendario. A me piacerebbe che si sistemasse eliminando il turno di riposo, ma temo che non sarà così...».