Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il presidente di Ascom sponsor delle tisane alla cannabis «light»
«Rilassa i muscoli, calma la mente e favorisce il riposo, ma non ha alcun effetto psicotropo, perché questa è canapa industriale non la “marijuana ludica” che si vende illegalmente nei parchi e nelle strade».
Alessio Gaggiotti, titolare dell’azienda agricola «Eatruscan» ci tiene a specificare subito la differenza fondamentale tra le piante che coltiva nei suoi quindici ettari in Umbria e quelle che crescono nelle serre clandestine per diventare stupefacenti: «Il principio attivo, il tetraidrocannabinolo o Thc, nelle nostre piantagioni non può superare lo 0,6 per cento per ciascun arbusto, mentre nelle colture clandestine arriva al 10, 15 o 20 per cento. La pianta è la stessa, che la si chiami canapa, cannabis o marijuana, ma la distanza tra le varietà è enorme».
Proprio questa distinzione permette alle tisane e agli oli di Gaggiotti di arrivare in questi giorni sugli scaffali delle erboristerie mestrine, comprese quelle di proprietà di Doriano Calzavara, presidente di Ascom Confcommercio, abbattendo il muro di pregiudizi che circonda ogni prodotto derivato dalle foglie a sette punte. Ecco allora che nelle vetrine dei «punti verdi» di Auchan e Valecenter si riconosce il volantino della nuova linea «Cannabis Light», mentre all’interno, affianco ai barattoli e alle fialette, si trova persino un piccolo pieghevole che spiega come preparare il «decotto perfetto».
In mancanza di Thc, però, cosa garantisce l’effetto rilassante, che i meglio informati vogliono anche dieci volte superiore a quello dei fiori di camomilla? «La canapa ha al suo interno centinaia di sostanze diverse, e anche tra i cannabinoidi se ne contano a decine, che garantiscono proprietà differenti senza essere psicoattivi. L’olio di cannabis, ad esempio, è un ottimo antiossidante essendo ricco di omega tre», spiega ancora il coltivatore umbro.
Abbattere i tabù, comunque, non è importante solo per i consumatori, che da oggi avranno a disposizione nuovi strumenti naturali e benefici, ma anche per tutto il sistema Paese, che potrebbe ricavare ben più vantaggi da una coltivazione intensiva e pienamente valorizzata: «La canapa sativa, che un tempo era fatta crescere in tutta Italia, è come il maiale: non si butta via nulla – sottolinea il senatore Mario Dalla Tor, relatore della legge 242 del 2016, dedicata proprio alla filiera agricola della cannabis – I semi diventano olio, i fiori e le foglie tisane, ma anche le fibre del fusto si possono trasformare in tessuti e persino mattoni per la bioedilizia. Non solo: le piante hanno anche importanti proprietà disinquinanti, aiutando a bonificare terreni contaminati». Queste possibilità, se pienamente abbracciate, assicurerebbero un ricavo importante: circa tremila euro a ettaro, contro i poco più di 600 di cui si accontentano i coltivatori di mais.