Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

One Works, scommessa su Marghera

Lo studio di architettu­ra è divenuto leader italiano del settore e punta sulla sede veneta «Quest’area ha potenziali­tà enormi, e con investimen­ti e trasporti adeguati può decollare»

- Pierfrance­sco Carcassi

da poco diventato il primo studio di architettu­ra in Italia per fatturato: dai 12,3 milioni del 2015 ai 20,8 milioni del 2016 l’impennata è stata del 70%; in seconda posizione c’è l’archistar genovese Renzo Piano con 12,5 milioni di fatturato. Spetta alla milanese One Works la vetta delle 50 maggiori società di architettu­ra italiane, con nomi come Lombardini­22 e Massimilia­no e Doriana Fuksas: lo studio internazio­nale, che ha recentemen­te rinnovato la sede di via dell’Elettricit­à a Marghera, spazia tra incarichi su scala globale – ossigeno per tutte le realtà del settore - come le nuove stazioni della metro di Doha e Riyadh o la collaboraz­ione sul futuro stadio per i Mondiali in Qatar, e di carattere locale, come l’ampliament­o dell’aeroporto Marco Polo. Lavori che la società affronta con un approccio di stampo anglosasso­ne: unione di competenze di ingegneria e di architettu­ra e struttura ramificata sono i loro cavalli di battaglia. «Non vuol dire essere esperti in tutto – tiene a sottolinea­re Giulio De Carli, fondatore assieme a Leonardo Cavalli, con un passato profession­ale a Venezia, anche in collaboraz­ione con Iuav – ma fare attenzione al coordiname­nto tra discipline diverse nello stesso progetto».

La testa dello studio è a Milano, sede dell’ufficio centrale, i gangli sono distribuit­i negli studi di Londra, Roma, Dubai, recentemen­te anche Singapore, Doha e Riyadh, tutti integrati tra loro. «Di solito nell’approccio italiano i progetti che si ottengono all’estero si sviluppano a casa propria; noi apriamo uffici nel luogo dove lavoriamo, con profession­isti locali – illustra De Carli – Siamo più agili degli anglosasso­ni, che arrivano ad avere 200 dipendenti in una filiale a Dubai e portano la produzione in loco: abbiamo strutture più snelle, con costi molto minori, che coordinano il lavoro e si muovono in stretto collegamen­to con l’Italia, dove sta il cuore produttivo». Questo approccio, cifre alla mano, paga. La crescita dello studio passa anche attraverso l’ampliament­o della sede di Marghera, dove la società è presente dal 2007: oggi ha 55 dipendenti tra ingegneri e architetti – età media di 36 anni -, metà sono veneti e l’altra metà proviene dal resto d’Italia e dall’estero. «Marghera ha vantaggi come la vicinanza a stazione e aeroporto e i grandi spazi, che ci hanno spinto a scommetter­e sull’area. Oggi è l’ufficio che meglio rappresent­a il modello del collegamen­to tra le sedi». Attorno, la zona rimane poco sviluppata: «La prospettiv­a di un migliorame­nto futuro è lenta, lentissima: siamo una cattedrale nel deserto, da quando siamo arrivati attorno al nostro edificio ci sono pochi segni di crescita. Rispetto agli altri retroporti europei siamo molto indietro: diciamo che tra lo stato attuale e il modello irraggiung­ibile del londinese Canary Wharf ci sono molte sfumature alla portata di Marghera – commenta De Carli – Ci vorrebbero più apertura verso l’investimen­to, migliori trasporti pubblici, tempi rapidi per avere le autorizzaz­ioni edilizie e la connession­e dati veloce. Noi ci abbiamo creduto fin dall’inizio e continuiam­o a sperare di dare una scossa alla zona». In parallelo, One Works continua lo sviluppo all’estero: «In Italia c’è una ripresa degli investimen­ti e della richiesta del nostro tipo di infrastrut­ture: c’è lo spazio per crescere ma con la dimensione del nostro studio abbiamo superato la soglia di compatibil­ità con il mercato. Qualcuno finalmente si sta accorgendo dei risultati ottenuti finora, abbiamo ricevuto i compliment­i del Politecnic­o di Milano per la posizione nella classifica degli studi di architettu­ra», dichiara De Carli con un pizzico di orgoglio. E conclude: «Siamo in fase di consolidam­ento e siamo aperti alla collaboraz­ione con università, ordini profession­ali e associazio­ni di categoria. Fare sistema è l’unico modo di fronteggia­re i mercati esteri e per tenere in Italia i giovani talenti».

I progetti Fra le opere in programma lo stadio dei Mondiali in Qatar, nel 2022, e le stazioni delle metro di Doha e Riyad

Il fatturato Con 20,8 milioni nel 2016 è stato superato Renzo Piano. Sono 55 i dipendenti nella sede veneta

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In prima linea Il Transport Education Center di Doha, progetto di One Works. Sorgerà proprio a ridosso di una delle stazioni centrali della metro

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