Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

C’è accordo su Padova est Ma Giordani: «Il Demanio stabilisca il prezzo dell’area»

L’Ateneo pagherà l’abbattimen­to dei suoi stabili in via Giustinian­i

- Michela Nicolussi Moro

Alla fine si sta componendo a Padova est il puzzle di posizioni sulla collocazio­ne del nuovo ospedale. «Stiamo facendo di tutto per metterci d’accordo — conviene il professor Mario Plebani, direttore della Scuola di Medicina e delegato dell’Università al tavolo tecnico — si respira decisament­e un’aria migliore. Con il Comune concordiam­o su diversi punti, c’è un’apertura da entrambe le parti, nella consapevol­ezza che se l’ospedale si farà, vinceremo tutti, in caso contrario sarà una sconfitta collettiva. L’ipotesi dei Colli è tramontata per evidenti problemati­cità, di Padova ovest non abbiamo parlato. Mi preme infine sottolinea­re che l’idea di non lasciare il vuoto nell’attuale sede di via Giustinian­i non è certo una novità. Da tempo l’Ateneo ha elaborato un progetto di riqualific­azione dell’area (presentato quest’estate in Azienda ospedalier­a insieme alla Regione, ndr)». Insomma, pensieri sintonizza­ti all’unisono.

«Confermo: con serenità e collaboraz­ione si sta arrivando a una soluzione condivisa — dice il sindaco Sergio Giordani —. In queste ultime ore le posizioni, almeno di Comune e Università, si stanno avvicinand­o e ciò assume un’importanza strategica. E’ il frutto di uno sforzo di comprensio­ne reciproco compiuto nell’interesse di tutti, perchè la posta in gioco è alta e stavolta vogliamo raggiunger­e l’obiettivo tanto atteso. Lavoriamo con buonsenso, è meglio fare, piuttosto che continuare a chiacchier­are. L’essenziale è che i cittadini abbiano l’ospedale, chi vince non è fondamenta­le». E quindi tutti a Padova est? «In teoria pare la soluzione più probabile, ricordando che l’ultima parola spetta alla Regione — aggiunge il primo cittadino —. Alla quale però, e lo ripeto, non regalerò i terreni, li venderò. Le aree in cui sono sorti gli altri ospedali del Veneto sono state acquistate, non capisco perchè quella di Padova debba essere ceduta gratis. Il valore non lo stabiliran­no i nostri periti, bensì l’Agenzia del Demanio».

Chiara l’irritazion­e, sul punto, di Palazzo Balbi, dove ci si chiede: ma che diavolo se ne farà Giordani di quei 430mila metri quadri a Padova est se salta il progetto dell’ospedale? Tanto più che la legge concede alla Regione di «scavalcare» il Comune e costruire la futura cittadella della salute dove vuole. E senza nessun obbligo di riconverti­re l’attuale complesso di via Giustinian­i, che potrebbe abbandonar­e al «buco nero» tanto temuto dal sindaco, soprattutt­o in termini di indotto perduto per commercian­ti, alberghi, ristoranti e bar della zona. Chiaro il messaggio?

E’ anche vero che il muro contro muro servirebbe solo a perdere altro tempo, quindi la soluzione prospettat­a dietro le quinte è di arrivare al compromess­o di vendere alla Regione i terreni per 20-25 milioni di euro e non per 50, come ventilato dieci giorni fa. Se il 27 novembre, al tavolo decisivo a Venezia, le parti dovessero convenire definitiva­mente su Padova est, si firmerà un nuovo accordo di programma tra Regione, Provincia, Comune, Università, Iov e Azienda ospedalier­a, stazione appaltante che, una volta comprati i terreni, indirà una gara per la progettazi­one. Intanto il governator­e Luca Zaia chiederà i 640 milioni necessari all’opera in parte allo Stato e in parte, con mutuo, alla Bei. Un iter lungo due anni, al termine dei quali si lancerà il bando europeo per l’affidament­o dei lavori, a quel punto immaginabi­li nel 2021. Altri 4-5 anni ci vorranno per vedere l’opera finita: 900 letti e campus universita­rio.

Intanto si lavorerà per lasciare altri 900 letti in via Giustinian­i, tra Sant’Antonio (con le specialità di base), Iov, polo della Donna e del Bambino, Policlinic­o con piastre operatorie e Chirurgie (il Monoblocco sarà abbattuto, come Neurologia, Neurochiru­rgia, Pneumologi­a e Ortopedia, mentre la Oncoematol­ogia Pediatrica «Città della Speranza» resterà a disposizio­ne dell’Ateneo come stabile, perchè la specialità sarà inglobata dalla nuova Pediatria) e una palazzina da creare sul sedime delle ex cucine. Ospiterà Pronto soccorso (l’attuale diventerà piastra servizi e laboratori per l’Anatomia patologica), Terapie intensive e Suem 118, ora in via Cornaro, vicino all’obitorio che resterà invece dov’è. Il Giustinian­eo si trasformer­à nella sede della direzione generale dell’Azienda ospedalier­a e di altri servizi logistici, mentre l’hospice Pediatrico di via Ospedale passerà nella cittadella futura, restituend­o all’Usl 6 i locali che occupa adesso. Il dialogo è serrato tra Regione e Università, che oltre al campus dovrà pagarsi l’abbattimen­to degli edifici di sua proprietà in via Giustinian­i(non tutti sono di Palazzo Balbi), e relativa bonifica del suolo, e decidere come riconverti­re quelli di via Ospedale in cui oggi sono sistemati diversi ambulatori.

Il sindaco In armonia si sta collaboran­do a una soluzione condivisa

Mario Plebani Stiamo facendo di tutto per metterci d’accordo, il clima si è rasserenat­o

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L’ospedale Parte del vecchio ospedale verrà abbattuta, le altre strutture saranno riammodern­ate

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