Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Agente penitenziario si suicida davanti al cimitero della figlia
E’ salito in auto, si è diretto verso il cimitero di Villafranca Padovana dov’è sepolta una delle figlie e si è sparato in bocca. Il gesto estremo di un agente di polizia penitenziaria che lavorava alla casa circondariale di Padova ha lasciato nella disperazione un’intera famiglia e un forte sgomento tra i colleghi. A.M., un 45enne di origini pugliesi, si è tolto la vita ieri nel tardo pomeriggio. L’agente viveva nell’Alta Padovana da quindici anni e lavorava come assistente capo al Due Palazzi. La sua è stata una vita segnata dalla tragica morte di una figlia piccola per una grave malattia che gli aveva provocato una leggera forma di depressione. Ieri, dopo una discussione in famiglia, ha scelto di suicidarsi utilizzando l’arma di ordinanza. Prima si è diretto verso il cimitero, poi all’altezza di piazza Italia si è sparato un colpo in bocca. A notarlo un passante, che ha subito allertato le forze dell’ordine e i sanitari del Suem a cui non è rimasto che constatarne il decesso. La notizia in breve tempo si è diffusa tra i colleghi che lavorano nel carcere di Padova. «Siamo tutti sconvolti - spiega Giovanni Vona del Sappe Veneto - per noi è un fulmine a ciel sereno. Non avevamo notato nulla nel collega che lasciasse pensare a una simile tragedia. Il poliziotto che si è tolto la vita ieri era molto amico di un altro collega che si è ucciso tre anni fa. Già domani (oggi, ndr) organizzeremo qualche iniziativa per stare vicini alla famiglia. Il collega lascia una moglie e tre figli piccoli. Non li abbandoneremo, è un grave lutto per tutti noi». «Va appurato quanto hanno eventualmente inciso l’attività lavorativa e le difficili condizioni in cui operiamo - spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe . Non può essere sottaciuto niente, ma deve anzi seriamente far riflettere la constatazione che negli ultimi tre anni si sono suicidati più di 55 poliziotti e dal 2000 ad oggi sono stati più di 110 le morti, ai quali vanno aggiunti anche i suicidi di un direttore di istituto (Armida Miserere, nel 2003, a Sulmona) e di un dirigente generale». Cordoglio anche dal Sinappe, l’altro sindacato dei baschi blu: «Questa notizia ci ha lasciato senza parole spiega Mattia Loforese - Siamo sconvolti per quanto accaduto al collega. Ci associamo al dolore dei familiari, della moglie e dei tre figli. Organizzeremo qualcosa per stare vicino ai suoi cari». Così Giampietro Pegoraro di Cgil: «Era una persona splendida. Siamo sconvolti, staremo vicini alla famiglia».