Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tangenti al Bo, ombre sulla Provincia
Padova, raddoppia la stima della «mazzetta». E i pm ora si concentrano su un nuovo filone
Tangenti sugli appalti all’ateneo. Dopo le audizioni degli operai delle ditte favorite dal manager Ettore Ravazzolo in cambio di favori, gli investigatori hanno raddoppiato la stima del valore della maxi tangente (lavori nella dimora di Valdagno dell’indagato) percepita: da 50 mila si passa a 100 mila euro. Ma l’attenzione dei pm si concentra ora anche su un dirigente della Provincia: potrebbe aver commesso illeciti su un appalto per la manutenzione di alcune strade.
Sembrano non mettersi bene le cose per Ettore Ravazzolo, 57 anni, vicentino, dirigente dell’area edilizia e sicurezza dell’Università di Padova, ai domiciliari dal 15 novembre per un’inchiesta su corruzione e appalti.
Negli ultimi giorni gli investigatori della polizia giudiziaria delegati dalla procura hanno sentito gli operai delle ditte che Ravazzolo avrebbe privilegiato approfittando del suo ruolo, non aderendo così alle norme che disciplinano gli appalti.
Gli operai non solo avrebbero confermato che i favori di Ravazzolo venivano restituiti sotto forma di costosi lavori nelle abitazioni private del manager pubblico, ma, sulla base delle loro affermazioni la polizia giudiziaria ha dovuto ricalibrare il valore complessivo della «mazzetta» data al manager, che da 50mila euro passa a 100mila euro.
A tanto ammonterebbe il computo complessivo del rifacimento dell’impianto idraulico nel palazzo storico dell’800 dove Ravazzolo vive in centro a Valdagno, e altri dettagli molto costosi ottenuti dal manager pubblico per riammodernare la sua casa e quella in affitto in via San Fermo a Padova. E non è nemmeno escluso che altri rimessaggi siano stati portati a termine anche in una delle quattro case in Salento di Ravazzolo, case che recentemente sono diventate tre, dopo la vendita di un villetta.
Tra le ditte che più di altre sarebbero state favorite da Ravazzolo (difeso dagli avvocati Giuseppe Pavan e Giovanni Caruso) c’è la De Negri di Santa Margherita d’Adige, di Massimiliano De Negri (difeso dal legale Pietro Sartori) finito anche lui ai domiciliari. Nei guai anche Otello Bellon (avvocato Giovanni Lamonica), idraulico di Albignasego che verrà sentito mercoledì. Un altro guaio che peserebbe nelle complessive indagini su Ravazzolo sono due fatture da 3000 euro l’una, che il manager avrebbe chiesto alle ditte favorite per giustificare i lavori in casa. Altri ruoli giocano una decina di dipendenti pubblici e altri impresari. Gli indagati in tutto sono 17, il loro grado di coinvolgimento e il tornaconto che hanno avuto dai presunti illeciti sono ora al vaglio del procuratore capo Matteo Stuccilli e del sostituto Sergio Dini, che stanno coordinando le indagini.
Intanto, però, dagli accertamenti sembra emergere sempre più una figura che fino ad oggi era rimasta in secondo piano, ovvero quella di Massimo Montato, di Ponso, dirigente della Provincia di Padova, responsabile, in quest’altro ente pubblico, di molti procedimenti di gara.
Ebbene, Montato, indagato per turbativa d’asta, avrebbe fatto lavorare anche lui alcune ditte «amiche» in un appalto per la manutenzione di alcune strade in provincia di Padova: l’appalto è sotto la lente degli investigatori.