Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Opera finita in dieci anni I medici: «Ma qui è il caos e così nasce già vecchia» «Task force burocratica»
PADOVA Dieci anni sono troppi. La sentenza porta la firma dei medici padovani e riguarda le tempistiche per il completamento del nuovo ospedale, stimate esattamente in 9 anni e 3 mesi a partire dal dicembre 2017: 4 anni e 3 mesi per approdare all’apertura del cantiere più altri 5 per realizzare l’opera. Un lasso di tempo scandito da procedure laboriose come accordi, acquisizioni, progettazioni e gare che fa ancora più impressione, se si tiene conto che quando l’ospedale sarà pronto la sanità padovana avrà cambiato volto in maniera radicale.
«Da qui al 2027 ci saranno meno letti, più cure altamente specialistiche e più attività di cura sul territorio – dice Giorgio Palù, presidente della Società italiana ed europea di Virologia ed ex preside della facoltà di Medicina al Bo -. L’avanzamento della genomica consentirà di prevedere le malattie, l’invecchiamento della popolazione richiederà più residenze per la continuità delle cure. Inoltre ci saranno terapie legate all’ingegnerizzazione delle cellule, organi generati in vitro, sostituzioni di organi al posto dei trapianti e riparazioni del Dna».
Mentre la scienza avanza, però, le strutture restano le stesse. E nei reparti lo sconforto è palpabile: «Non possiamo reggere in queste condizioni per altri dieci anni, è un’attesa troppo lunga – ripetono i medici dell’Azienda ospedaliera -. Le tecnologie all’avanguardia e i professionisti di eccellenza ci sono già, ma si fa fatica a lavorare e anche solo sostituire un macchinario diventa un’impresa. Il problema non riguarda solo la ridefinizione delle specialità, ma anche la gestione delle cronicità: la rapidità dell’intervento è sempre più importante e invece continueremo a lavorare in un ospedale senza reti adeguate».
Come a dire che l’innovazione avanzerà a ritmi vertiginosi e intanto il personale medico resterà fermo al palo di una struttura superata già da dieci anni. La prima parte della road map (quella di 4 anni e 3 mesi) è divisa in dieci fasi, di cui alcune parzialmente sovrapposte: 6 mesi per gli accordi tra gli enti, 3 sia per le modifiche urbanistiche che per l’acquisizione della disponibilità dell’area, 9 mesi a testa per la predisposizione degli studi preliminari sui contenuti sanitari, il concorso di idee ed eventuali lavori di spostamento, bonifica o demolizione, un anno sia per la progettazione che per la realizzazione delle infrastrutture, 15 mesi per la gara.
Le incognite ovviamente sono tante e i tempi potrebbero allungarsi ulteriormente: «Il problema a monte sono i soldi – commenta Bruno Bandoli, ex capo di gabinetto al Bo, ex direttore degli Affari generali al Bo ed ex direttore di comunicazione e marketing allo Iov -. Bisogna essere sicuri che la Regione abbia già messo a bilancio il finanziamento per ogni step del cronoprogramma, altrimenti gli accordi possono saltare e il prossimo governatore potrebbe cambiare idea. E poi c’è sempre il ricorso di Finanza e Progetti al Consiglio di Stato, con l’eventuale risarcimento di 150 milioni che potrebbe cambiare le carte in tavola. Le modifiche alla viabilità saranno pesanti e quindi potranno chiedere più tempo del previsto; per il resto, molto dipenderà dalla scelta delle aziende, perché a rallentare i cantieri è soprattutto il fallimento di chi riceve l’appalto. E in questo senso, il lago di Padova Est è un buon monito».
Insomma, la previsione della road map sembra ottimistica: «Per rispettare il cronoprogramma – conclude Bandoli serve una task force dedicata esclusivamente al nuovo ospedale, con dirigenti e funzionari al lavoro con quest’unico obiettivo per i prossimi dieci anni».