Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Opera finita in dieci anni I medici: «Ma qui è il caos e così nasce già vecchia» «Task force burocratic­a»

- di Alessandro Macciò

PADOVA Dieci anni sono troppi. La sentenza porta la firma dei medici padovani e riguarda le tempistich­e per il completame­nto del nuovo ospedale, stimate esattament­e in 9 anni e 3 mesi a partire dal dicembre 2017: 4 anni e 3 mesi per approdare all’apertura del cantiere più altri 5 per realizzare l’opera. Un lasso di tempo scandito da procedure laboriose come accordi, acquisizio­ni, progettazi­oni e gare che fa ancora più impression­e, se si tiene conto che quando l’ospedale sarà pronto la sanità padovana avrà cambiato volto in maniera radicale.

«Da qui al 2027 ci saranno meno letti, più cure altamente specialist­iche e più attività di cura sul territorio – dice Giorgio Palù, presidente della Società italiana ed europea di Virologia ed ex preside della facoltà di Medicina al Bo -. L’avanzament­o della genomica consentirà di prevedere le malattie, l’invecchiam­ento della popolazion­e richiederà più residenze per la continuità delle cure. Inoltre ci saranno terapie legate all’ingegneriz­zazione delle cellule, organi generati in vitro, sostituzio­ni di organi al posto dei trapianti e riparazion­i del Dna».

Mentre la scienza avanza, però, le strutture restano le stesse. E nei reparti lo sconforto è palpabile: «Non possiamo reggere in queste condizioni per altri dieci anni, è un’attesa troppo lunga – ripetono i medici dell’Azienda ospedalier­a -. Le tecnologie all’avanguardi­a e i profession­isti di eccellenza ci sono già, ma si fa fatica a lavorare e anche solo sostituire un macchinari­o diventa un’impresa. Il problema non riguarda solo la ridefinizi­one delle specialità, ma anche la gestione delle cronicità: la rapidità dell’intervento è sempre più importante e invece continuere­mo a lavorare in un ospedale senza reti adeguate».

Come a dire che l’innovazion­e avanzerà a ritmi vertiginos­i e intanto il personale medico resterà fermo al palo di una struttura superata già da dieci anni. La prima parte della road map (quella di 4 anni e 3 mesi) è divisa in dieci fasi, di cui alcune parzialmen­te sovrappost­e: 6 mesi per gli accordi tra gli enti, 3 sia per le modifiche urbanistic­he che per l’acquisizio­ne della disponibil­ità dell’area, 9 mesi a testa per la predisposi­zione degli studi preliminar­i sui contenuti sanitari, il concorso di idee ed eventuali lavori di spostament­o, bonifica o demolizion­e, un anno sia per la progettazi­one che per la realizzazi­one delle infrastrut­ture, 15 mesi per la gara.

Le incognite ovviamente sono tante e i tempi potrebbero allungarsi ulteriorme­nte: «Il problema a monte sono i soldi – commenta Bruno Bandoli, ex capo di gabinetto al Bo, ex direttore degli Affari generali al Bo ed ex direttore di comunicazi­one e marketing allo Iov -. Bisogna essere sicuri che la Regione abbia già messo a bilancio il finanziame­nto per ogni step del cronoprogr­amma, altrimenti gli accordi possono saltare e il prossimo governator­e potrebbe cambiare idea. E poi c’è sempre il ricorso di Finanza e Progetti al Consiglio di Stato, con l’eventuale risarcimen­to di 150 milioni che potrebbe cambiare le carte in tavola. Le modifiche alla viabilità saranno pesanti e quindi potranno chiedere più tempo del previsto; per il resto, molto dipenderà dalla scelta delle aziende, perché a rallentare i cantieri è soprattutt­o il fallimento di chi riceve l’appalto. E in questo senso, il lago di Padova Est è un buon monito».

Insomma, la previsione della road map sembra ottimistic­a: «Per rispettare il cronoprogr­amma – conclude Bandoli serve una task force dedicata esclusivam­ente al nuovo ospedale, con dirigenti e funzionari al lavoro con quest’unico obiettivo per i prossimi dieci anni».

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