Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tangenti all’Ateneo, super perizia su mail e file degli indagati

- R.Pol.

Sarà un perito informatic­o a fare tutti gli accertamen­ti su computer e cellulari sequestrat­i dalla polizia giudiziari­a a Ettore Ravazzolo e Massimilia­no De Negri quando sono stati arrestati per corruzione e turbativa d’asta, il 15 novembre scorso. Al vaglio della procura che ha indagato contestual­mente altre 15 persone nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti all’università di Padova, tutte le comunicazi­oni tra gli indagati, anche i file cancellati, anche quelli distrutti. L’obiettivo degli investigat­ori è capire se ci siano state comunicazi­oni scritte tra il manager universita­rio, o tra altri dipendenti pubblici, e gli impresari indagati.

Oggi intanto gli agenti della polizia giudiziari­a sentiranno Otello Bellon, idraulico di Albignaseg­o che in cambio di favori a Ravazzolo, avrebbe ottenuto lavori all’università per un ammontare di circa 50mila euro. C’era anche lui alla cena del 29 luglio 2016 in cui in quartetto (Ravazzolo, De Negri e l’impresario Federico Martini) si mettevano d’accordo su come redigere in modo corretto i documenti per i pubblici affidament­i. Ed anche a lui si riferiva Ravazzolo quando diceva «è grazie a voi che posso avere questo tenore di vita». Bellon (avvocato Giovanni Lamonica) sa molte cose e, a differenza di De Negri e Ravazzolo (difesi dagli avvocati Sartori, Pavan e Caruso) che si sono affidati al silenzio, potrebbe decidere di parlare, raccontare molti dettagli agli investigat­ori, alleggeren­do così la sua posizione. Sono passati quasi 15 giorni dagli arresti e nessuno, in modo ufficiale, si è fatto vivo con gli investigat­ori per raccontare di essersi accorto che qualcosa che non andava per il verso giusto. L’inchiesta, passo dopo passo,va però avanti, anche per quanto riguarda il filone sulle presunte irregolari­tà in almeno un appalto di manutenzio­ne di state provincial­i. Il procurator­e capo Matteo Stuccilli e del sostituto Sergio Dini, che hanno coordinato le indagini, prima o poi faranno luce anche su chi ha informato gli indagati degli accertamen­ti in corso.

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